ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI

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Progetto per una didattica dei contenuti

ALBERT EINSTEIN

La conferenza del disarmo (1931)

I benefici apportati dal genio inventivo dell’uomo nel corso degli ultimi cento anni, potrebbero rendere la vita felice e libera da preoccupazioni, se al progresso tecnico avesse corrisposto un pari sviluppo nel campo dell’organizzazione sociale. Allo stato attuale delle cose, nelle mani della nostra generazione le conquiste raggiunte con tanti sacrifici hanno lo stesso senso di un rasoio adoperato da un bambino di tre anni. I meravigliosi strumenti di produzione di cui disponiamo hanno portato, anziché libertà, dolore e fame.
Ancor più funesti sono gli effetti del progresso tecnico allorché essi forniscono i mezzi per la distruzione della vita umana e dei sudati frutti del lavoro, come a noi della vecchia generazione è accaduto di sperimentare con orrore durante la guerra mondiale ’14-’18. Ma ancor più terribile del danno materiale è, a mio giudizio, l’umiliante schiavitù cui la guerra sottopone l’individuo. Non è orribile essere costretti dalla società a compiere azioni che ciascuno di noi individualmente giudica crimini odiosi? Ben pochi ebbero la forza morale di resistere, e quei pochi sono per me i veri eroi della guerra mondiale.
Ma c’è un raggio di speranza: io credo che oggi la maggior parte dei governanti dei vari Paesi aspirino onestamente all’abolizione della guerra. La maggiore resistenza a questo programma viene da quelle disgraziate tradizioni nazionali che si tramandano di generazione in generazione, come una malattia ereditaria, attraverso l’opera della scuola. Ma lo strumento principale di quella tradizione è il militarismo e la sua glorificazione, come pure quella parte della stampa che si trova sotto il controllo dell’industria pesante e dei circoli militaristi. Senza il disarmo non vi può essere una pace stabile. La corsa agli armamenti, invece, nella misura odierna, porterà inevitabilmente a nuove catastrofi. […].

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