ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI

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MIRELLA ARMIERO
Giordano Bruno parla russo. La fortuna del Nolano nel paese del Codice Norov
(dal corriere del mezzogiorno - supplemento del corriere della sera - del 24/09/08

«Adesso Giordano Bruno parlerà anche in russo. La casa editrice dell'Università di San Pietroburgo, a partire dal prossimo anno, pubblicherà la collana delle opere italiane del Nolano diretta dal professor Andrei Rossius. Si tratta di un avvenimento editoriale molto importante che deve il suo successo alla tenacia e all'impegno di Gerardo Marotta».
Nuccio Ordine — professore ordinario di letteratura italiana nell'Università della Calabria, internazionalmente conosciuto come uno dei più autorevoli studiosi di Bruno — è appena rientrato dalla Russia dove ha partecipato a una conferenza stampa al salone del libro di Mosca per presentare il progetto della traduzione russa della commedia e dei sei dialoghi del grande Nolano e la recente traduzione del suo libro La soglia dell'ombra. Letteratura, filosofia e pittura in Giordano Bruno (pubblicata sempre dalla casa editrice dell'Università di San Pietroburgo). La collana, progettata dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, ha ottenuto anche il prestigioso patrocinio dell'Istituto di Filosofia dell'Accademia delle Scienze di Russia, diretto dal professor Abdusalam A. Guseinov.
Professore Ordine, è la prima volta che il filosofo nolano viene tradotto in russo?
«Esistono da tempo, naturalmente, alcune traduzioni delle opere italiane di Bruno. Ma si tratta di lavori datati che presentano una serie di errori e di lacune. Negli ultimi venti-trenta anni la critica bruniana ha fatto passi da gigante sul piano della filologia e dell'esegesi. Quindi possiamo dire che per la prima volta avremo in Russia la traduzione integrale delle sette opere italiane. Il nuovo progetto segnerà certamente una nuova stagione per la diffusione del pensiero di Bruno in una realtà culturale di grandissima importanza… ».
In Russia c'è interesse per la filosofia di Bruno?
«Si tratta di un antico amore. In Russia, nella prestigiosa Biblioteca Statale Lenin, è conservato il tesoro più importante della filologia bruniana: il famosissimo codice Norov, unica testimonianza manoscritta dell'attività filosofica del Nolano legata, soprattutto, all'universo della ‘‘magia''. In Francia, in Inghilterra o in Germania — luoghi in cui Bruno ha vissuto e ha insegnato, intrecciando importanti relazioni politiche e intellettuali — è stato possibile ritrovare esemplari delle prime stampe e documenti della sua vita. Ma in nessun luogo del mondo gli studiosi di Bruno hanno scoperto, fino ad oggi, qualcosa di simile al codice Norov. Codice che assume ancora di più grande valore, in un contesto caratterizzato dalla rara presenza di autografi del Nolano e di manoscritti che registrano testi direttamente dettati dall'autore. Rossius ha ricostruito la storia dell'acquisto di questo codice e la biblioteca personale del grande collezionista Avraam Sergeevic Norov (1795-1869). Non bisogna trascurare, tra l'altro, che sempre nella Biblioteca Lenin si conservano ben 23 esemplari delle prime stampe bruniane: una collezione rara, vista la scarsa diffusione delle opere del Nolano ».
Quando si risveglia in Russia l'attenzione per Bruno?
«Basta leggere un saggio di Aleksandr Gorfunkel' (Giordano Bruno in Russia, in ‘‘Rivista di Filosofia'', LII, 1961) per scoprire che le prime testimonianze dirette risalgono già al Settecento: il filosofo dell'universo infinito, nel secolo dei Lumi, è ricordato dal poeta Vasilij Kirillovic Tredjakovskij e del suo pensiero si parla in una serie di manuali filosofici tradotti da altre lingue. Nell'Ottocento la conoscenza di Bruno si espande ancora di più, provocando anche seri problemi ai suoi sostenitori: a A. I. Galic, professore a San Pietroburgo e maestro del grande scrittore Puškin, fu vietato l'insegnamento e la sua Storia dei sistemi filosofici venne messa al bando perché si diffondevano le idee di Bruno sull'unità e sull'infinità dell'universo. Ma bisognerà aspettare i primi del Novecento per avere traduzioni integrali delle opere del Nolano: nel 1914, con la versione dello Spaccio de la bestia trionfante, si inaugura una stagione molto positiva — grazie anche all'interesse che i pensatori materialisti e marxisti nutriranno per le opere italiane — che, a ritmi lenti, darà alla luce anche le pubblicazioni del De la causa, principio et uno (1934), del De infinito, universo e mondi (1936), di un adattamento teatrale del Candelaio (1940) e del De gli eroici furori (1953). Si tratta però, come ho detto prima, di traduzioni fortemente discutibili sul piano scientifico».
E come procedono le traduzioni di Bruno nelle altre lingue sponsorizzate dall'Istituto italiano per gli Studi Filosofici?
«Il prossimo anno avremo la traduzione cinese del De l'infinito, universo e mondi (che si aggiunge al Candelaio e alla Cabala del cavallo pegaseo) a cura di Tian Shigang e la traduzione giapponese del De gli eroici furori (la collana, pubblicata a Tokio dall'editore Toshindo e coordinata da Morimichi Kato, ha ormai al suo attivo sei opere su sette). Sempre nella primavera 2009, prenderà il via la traduzione portoghese in Brasile diretta da Luiz Carlos Bombassaro. Mentre in autunno la romena Humanitas terminerà la pubblicazione delle opere italiane, realizzata da Smaranda Bratu Elian, con il De gli eroici furori. Ma altre opere si annunciano in traduzione tedesca e polacca. Gerardo Marotta lotta con tutte le sue forze per mantenere in vita questo straordinario progetto assieme ad altri importantissimi interventi a favore della diffusione del pensiero filosofico in Italia e nel mondo. È indubbio l'interesse che il pensiero di Bruno ha suscitato e suscita nelle realtà culturali più diverse».
Quali sono i temi che attraggono di più?
«Ce ne sono tanti. Credo che la forza del pensiero bruniano risieda innanzitutto nella sua capacità di legare strettamente la vita e la filosofia. Se le mie convinzioni filosofiche non si traducono in una maniera di vivere, la filosofia e la conoscenza perdono il loro autentico valore. E poi penso anche a temi di grande attualità come la tolleranza, la separazione tra ricerca filosofica e fede, la difesa della molteplicità delle lingue e delle culture, la condanna dei fanatismi religiosi e dell'ottusa violenza che producono, la necessità di tenere uniti sapere umanistico e sapere scientifico».

 

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