ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI home

convegni internazionali e
giornate di studio
2008-2009

- serie di seminari
-
Scuole estive di Alta Formazione
- Scuole di Alta Formazione dell'IISF:
un progetto per il Mezzogiorno e per l'Italia

 

Napoli, 15 settembre - 2 ottobre 2008, ore 9.00-13.00
PSICOLOGIA E SICUREZZA STRADALE
In collaborazione con l’Ordine degli Psicologi della Campania

  • Lunedì 15 settembre
    Max Dorfer:
    Efficacia degli interventi psicologici nell’ambito della sicurezza stradale
    Giovani conducenti e persone con alto numero di infrazioni
    Interventi di prevenzione e di driver improvement rivolti a conducenti a rischio
  • Giovedì 18 settembre
    Giovan Battista Tiengo:
    Lo psicologo del traffico in Europa e in Italia: come, perché, con chi costruire e realizzare un progetto in Campania
    La consulta nazionale per la sicurezza stradale: una sinergia virtuosa
    Natalio Flara:
    Le tipologie di intervento istituzionali, culturali e sociali
  • Giovedì 25 settembre
    Rosa Migliaccio:
    I fattori comportamentali e psicologici legati alla percezione del rischio sulla strada
    La gestione del rischio nell’adolescenza: aspetti psicologici e sociali della sicurezza viaria
    Prepararsi alla guida sicura: promozione del benessere sulla strada
  • Giovedì 2 ottobre
    Maria Piccirillo:
    La psicologia e la sicurezza stradale a scuola
    Conduzione di focus-group sulla sicurezza stradale a scuola: interventi e metodo
    Progettazione di interventi educativi sulla sicurezza stradale dalla scuola materna alla scuola secondaria superiore

Comune di Castiglioncello
Castiglioncello, 22-26 September, 2008
Fourth International Conference
DICE2008 – DECOHERENCE, INFORMATION COMPLEXITY AND ENTROPY
from quantum mechanics through complexity to spacetime the role of emergent dynamical structures

In collaborazione con l’Università di Pisa, la Fondazione Domus Galileiana di Pisa, l’Università di Salerno

Comitato organizzatore:
L. Diosi (Budapest); H.T. Elze (Rio de Janeiro); L. Fronzoni (Pisa); J. Halliwell (Londra); G. Vitiello (Salerno).

Comitato internazionale:
S. Adler (IAS, Princeton), T. Arecchi (Firenze), J. Barbour (Oxford), 0. Bertolami (Lisbon), I. Bialynicki-Birula (Warsaw), G. Casati (Corno), L. Davidovich (Rio de Janeiro), C. Grebogi (Edinburgh), S. Haroche (Paris), J. Hartle (Santa Barbara), C. Isham (London), B.-L. Hu (Maryland), C. Kiefer (Cologne), N. Mavromatos (London), J. Rafelski (Arizona), C. Rovelli (Marseille), D. Stein (New York), M. Tegmark (MIT, Cambridge), C. Tsallis (Rio de Janeiro), G. Veneziano (CERN, Geneva), C. Wetterich ffleidelberg), W. Zurek (Los Alamos).

Il convegno, alla sua quarta edizione biennale, si propone di promuovere la discussione di fenomeni nei quali i limiti delle teorie quantistiche di cui disponiamo si evidenzino e producano discussioni sui fondamenti stessi di tali teorie e su nuove prospettive applicative, sull’esempio dell’ampio dibattito scientifico e dell’attività di ricerca stimolati da recenti sviluppi in ottica quantistica e nel settore del quantum computing. Verrà dato pertanto ampio spazio alla discussione sia dei fenomeni di decoerenza e dell’emergenza di comportamenti classici, sia dell’emergere di comportamenti quantistici in sistemi deterministici classici in presenza di dissipazione. In prospettiva, questi filoni di ricerca possono contribuire alla comprensione dei problemi relativi alla formulazione della quantizzazione della gravità, di problemi di interesse cosmologico e delle tematiche correlate all’ottica e alla computazione quantistica. Al convegno convergeranno esperti di particelle elementari, di fisica della materia condensata, di relatività generale, di cosmologia, di quantum computing, etc. L’edizione del 2008 prevede anche sessioni dedicate a modelli matematici del cervello e alla loro discussione in relazione alle osservazioni di laboratorio del comportamento di insiemi di grandi numeri di neuroni correlati in oscillazioni coerenti.


Roma, 22-27 settembre 2008
Scuola Napoletana del Diritto dei Popoli
LA SPECIE UMANA ALL’APPUNTAMENTO CON L’ECOLOGIA: QUESTIONE ENERGETICA E CAMBIAMENTI CLIMATICI - THE HUMAN SPECIES FACES ECOLOGY: THE ENERGY ISSUE AND CLIMATE CHANGES
In collaborazione con: Fondazione Lelio Basso - Sezione internazionale

Secoli di espansione della presa di possesso delle risorse planetarie da parte delle società umane giungono oggi a un appuntamento decisivo: i cambiamenti climatici indotti dall’aumento di concentrazione di anidride carbonica impongono una drastica revisione dell’uso dei combustibili fossili, ma già da tempo la questione energetica è alla base di una geopolitica sanguinosa.
È possibile – oltre che necessario – modificare le produzioni, i consumi, gli stili di vita in modo da uscire da una prospettiva di collasso traumatico delle nostre società, ma questo implica – come le principali accademie scientifiche chiedono con insistenza alle sedi “di governo” mondiale – una piena presa di coscienza da parte della politica, oggi del tutto insufficiente. Perciò è necessaria una diffusione di informazione e di educazione dell’opinione pubblica e, in particolare, del suo quadro dirigente.

Relazioni:
Giorgio Nebbia (Università di Bari): L’ecologia come cultura della modernità
Gianni Mattioli (Università di Roma «La Sapienza»): Introduction. The energy issue
Massimo Scalia (Università di Roma «La Sapienza»): Climate changes
François Rigaux (Université Catholique de Louvain): La salvaguardia del pianeta come diritto dei popoli della terra
Gianni Mattioli (Università di Roma «La Sapienza»): The nuclear question
Vincenzo Naso (Università di Roma «La Sapienza»): Efficient energy use and renewable sources
Giorgio Ruffolo (Presidente del Centro Europa Ricerche): Ecology/Economy
Andrea Masullo (Università di Camerino) - Guido Cosenza (Università di Napoli «Federico II»):
Human societies as organisms in the light of the general laws of ecology closing debate


Dipartimento di Discipline Storiche della Facoltà di Lettere e Filosofia
dell’Università degli Studi di Napoli «Federico II»
Napoli, 24-26 settembre 2008
IL COMMENTO DI ORIGENE AL VANGELO DI MATTEO

Relazioni di:
Agnès Bastit Kalinowska (Università di Metz)
Guido Bendinelli (Studio Teologico Accademia Bolognese)
Luciano Bossina (Accademia delle Scienze - Göttingen)
Maria Ignazia Daniela (Girota - Sede di Bologna)
Antonio Cacciari (Università di Bologna)
Enrico Cattaneo (Facoltà Teologica Italia Meridionale - Sez. San Luigi)
Francesca Cocchini (Università di Chieti)
Marcello Del Verme (Università di Napoli «Federico II»)
Gennaro Luongo (Università di Napoli «Federico II»)
Christoph Markschies (Università Humboldt di Berlino)
Adele Monaci Castagno (Università di Torino)
Clementina Mazzucco (Università di Torino)
Antonio Vincenzo Nazzaro (Università di Napoli «Federico II»)
Carla Noce (Università di Roma Tre)
Cristina Pennacchio (Università di Roma «La Sapienza»)
Lorenzo Perrone (Università di Bologna)
Teresa Piscitelli (Università di Napoli «Federico II»)
Emanuela Prinzivalli (Università di Roma «La Sapienza»)
Andrea Villani (Università di Bologna)
Manlio Simonetti (Università di Roma «La Sapienza»)
Chiara Spuntarelli (Università di Roma «La Sapienza»)


Napoli, 25-26 settembre 2008
TRASFORMAZIONI NELLE DEMOCRAZIE CONTEMPORANEE: TEORIE E PRATICHE
In collaborazione col Dipartimento di Storia dell’Università di Napoli «Federico II»

L’obiettivo principale del convegno è quello di richiamare l’attenzione su di un punto: il senso politico che i processi di mondializzazione andranno assumendo – vale a dire il destino futuro di pace o di conflitti per il mondo intero – sono certamente legati alle serie diverse delle trasformazioni che si stanno realizzando all’interno delle democrazie occidentali. Si può prendere avvio da un’efficace espressione di Bernard Manin: democrazia è forma di governo che si de-stabilizza in permanenza, che dimostra però capacità notevoli di ri-stabilizzazione, a condizione dell’innovazione dei suoi dispositivi.
In effetti, se le trasformazioni sono fenomeni normali all’interno degli svolgimenti storici delle forme diverse di democrazia, bisogna prestare attenzione a quelle tensioni particolari, conservative o innovative, che nella contemporaneità si configurano come il complesso multiforme delle esperienze in gioco nelle democrazie occidentali. Sono in campo esperienze plurali e diverse: forme di democrazia dell’emergenza, diffusione di governance democratica, pratiche / sperimentazioni che sembrano volere aprire verso ulteriori innovazioni dell’esercizio del governo democratico (alter-démocratie, democrazia deliberativa, democrazia partecipativa, contre-démocratie).
In sintesi, sembra che agli inizi del nuovo millennio le democrazie occidentali presentino una serie di trasformazioni in atto che lavorino nel senso dell’oltrepassamento della democrazia comunemente definita procedurale, dell’arricchimento della cosiddetta democrazia costituzionale, dell’apertura ad altre forme di democrazia.
Per rendersi conto del magma di cambiamenti in corso sul piano mondiale, ed in particolare nelle aree dove il criterio dell’esercizio democratico è presente già da tempo, basterà riflettere sul seguente elenco che in forma breve registra esperienze politiche e recenti interventi legislativi che sembrano rivestire i caratteri del permanente ricorso a misure emergenziali; si tratta di fenomeni che presentano sicure differenze, che richiamano lacerazioni estreme in contesti avanzati del vivere democratico ma anche di nuovi dispositivi politici e giuridici che prefigurano possibilità inedite dell’organizzazione comunitaria:
– tra fine del 2005 ed inizi del 2006, la proclamazione dell’état d’urgence in Francia con l’assegnazione di funzioni di pouvoirs de police exceptionnels alle autorità civili per fronteggiare le rivolte delle banlieus, dove le ultime generazioni degli immigrati mettono in campo una richiesta di riconoscimento congiuntamente ai giovani precari per le gravi condizioni di assenza di lavoro e di impiego sociale;
– nel 2004 in Inghilterra, nel contesto delle misure finalizzate alla lotta contro i terrorismi, la legge sugli eventi civili imprevisti (Civil Contingencies Bill) ha provveduto ad ampliare tutte le misure di poteri eccezionali assegnati al governo civile dalle precedenti leggi del 1920 e del 1926 (quest’ultima proclamata in particolare per il territorio dell’Irlanda del Nord);
– negli Stati Uniti, ancora contro il terrorismo, come risposta agli avvenimenti del settembre 2001, l’emanazione del Patriot Act, che viene a limitare in forma consistente il godimento dei diritti costituzionali;
– l’esercizio normale di poteri commissariali nella maggior parte delle democrazie occidentali;
– la reticolare diffusione di dispositivi/pratiche di governance in ogni parte nel mondo e l’estensione dell’utilizzo di poteri regolamentari.


SISCO
Napoli, 25-27 settembre 2008
LE REGIONI MULTILINGUE COME FAGLIA E MOTORE DELLA STORIA EUROPEA NEL XIX-XX SECOLO

In collaborazione con: Università di Napoli «Federico II», Università di Napoli «Suor Orsola Benincasa», Fondazione Banco di Napoli

Comitato scientifico organizzatore: Andrea Graziosi, Presidente Sissco, Università di Napoli «Federico II»; Marco Buttino, Università di Torino; Marina Cattaruzza, Università di Berna; Agostino Giovagnoli, Università Cattolica di Milano; Marco Rovinello, Segretario Sissco

La fascia dei territori che si estendono dal Baltico al Mar Nero e all’Egeo, che Namier definí il “Medio oriente” europeo, ha svolto un ruolo cruciale nel lungo XX secolo europeo che si può far partire dalle crisi sociali e nazionali del 1848 e chiudere con la guerra in Kosovo del 1999. Si è trattato di un’era dominata dalla costruzione, dal collasso e dalla ricostruzione di Stati in nome di ideologie diverse – stataliste, nazionaliste, imperiali, socialiste – in cui le grandi potenze continentali, che spesso allungavano su quei territori tentacoli culturali, storici e urbani, caratterizzati in senso etnico-linguistico o religioso, si sono scontrate tra loro e con i tentativi “indigeni” di costruzione statale. Grandi progetti ideologici vi presero aspetti e strade sorprendenti, la modernizzazione e la costruzione degli Stati territoriali vi assunsero caratteristiche molto peculiari e la violenza vi raggiunse il suo picco. Ecco perché, concentrandosi su questo “Medio oriente”, è possibile acquisire una migliore comprensione delle dinamiche del periodo brutale, verrebbe da dire suicida, della storia europea che sta al cuore del lungo ventesimo secolo di cui si diceva. Al tempo stesso, questo laboratorio naturale permette di meglio contestualizzare, e quindi comprendere, fenomeni che ebbero luogo anche nella parte occidentale del continente.
Ciò è vero da almeno due punti di vista:
a. La natura estrema dei fenomeni che vi ebbero luogo illumina in modo nuovo anche eventi verificatisi in Occidente in forme meno acute e quindi meno facilmente riconoscibili e comprensibili;
b. Regioni che ne condividevano le caratteristiche sono state spesso al centro dell’esperienza occidentale, anche in epoca contemporanea, come dimostrano l’Irlanda, la Catalogna, i Paesi Baschi, l’Alsazia-Lorena, il sud Tirolo e la cosiddetta Venezia Giulia per l’Italia.
Concentrarsi su questi territori aiuta quindi a superare la tradizionale divisione della storia dell’Europa occidentale da quella della parte orientale del continente.
Per di più, il “Medio oriente” europeo di Namier, che non a caso influenzò la lettura poi fatta da Toynbee dell’incontro tra la civilizzazione occidentale e quelle orientali e dei conflitti che ne scaturirono, si estendeva, con caratteristiche simili di plurilinguismo e stratificazione etnica, sociale e religiosa, al Medio oriente vero e proprio e al di là di esso, includendo alcuni dei grandi luoghi della costruzione statale, della “purificazione etnica” del XX secolo, dall’Anatolia al Caucaso settentrionale, dall’Asia centrale all’Africa settentrionale. L’integrazione di queste regioni – in genere bandite dalle versioni standard della storia europea, ma non per questo estranee ad essa – in una interpretazione comparativa del lungo Ventesimo secolo europeo, appare quindi necessaria.
Questa lettura della storia europea avvicina perciò quest’ultima a quella di quello che ci siamo abituati a chiamare, specie dopo il crollo degli imperi europei, “Terzo mondo”. Quanto accadde nell’Algeria francese è per esempio solo un caso di eventi determinati da dinamiche simili a quelle europee di cui si occuperà il convegno, un caso che ci conferma tra l’altro la potenza dell’impatto di quanto avveniva in queste regioni plurilingui di confine sulle regioni omogenee del centro imperiale, nella Francia di De Gaulle cosí come nell’Italia alle prese col problema istriano, nell’Inghilterra alle prese con quello irlandese, o in Polonia e Germania in lotta per Slesia e Posnania. Si acquista cosí una prospettiva integrata della storia che pone fine alla tradizionale divisione tra centro imperiale e periferia coloniale, riportando – come è giusto alla luce dell’esperienza dell’Europa orientale o di quella irlandese – il problema imperiale, che è quello della stratificazione dei popoli, al centro della storia europea.
La comprensione del ruolo dinamico delle regioni plurilingue, multietniche e plurireligiose nel determinare la storia europea, tragicamente confermata dagli eventi della ex Jugoslavia e del Caucaso, permette anche di aprire una finestra sul mondo contemporaneo.
Ampie regioni dell’ex Unione Sovietica, dal Donbas al Kazakistan, ma anche nel Baltico o in Moldova, fanno in un certo senso ancora parte del Medio oriente nameriano. E quel che accade oggi nel vero Medio oriente, dalla Palestina all’Iraq diviso tra curdi, sciiti e arabi sunniti, può forse essere letto con qualche profitto in questa chiave.
Soprattutto già l’Italia e l’Europa di oggi, e sempre più quelle di domani, stanno rapidamente trasformandosi – a partire dalle loro città – in territori plurilingue e plurireligiosi, con tutti i problemi che ciò comporta, problemi che è inutile nascondersi e che invece vanno affrontati tenendo conto dell’altissimo prezzo che ignoranza, provincialismo e grettezza possono imporre.

Giovedì 25 settembre
Apertura dei lavori (Università di Napoli «Federico II», Aula magna)
Ore 15:00:
a) Michael Confino, Accademia israeliana delle scienze, Sull’esperienza europea nel XX secolo;
b) Andrea Riccardi, Università di Roma Tre e Comunità di Sant’Egidio, Sull’Italia di oggi e domani come territorio plurilingue e plurireligioso: pericoli, soluzioni, opportunità
Ore 16:30: I Balcani
a) Lecture introduttiva di Mark Mazower (Columbia University); b) Relazioni scientifiche di giovani studiosi italiani; c) Discussant senior italiani

Venerdì 26 settembre (IISF, Palazzo Serra di Cassano)
Ore 9:00: Brevi saluti
Il caso italiano
a) Lecture introduttiva di Marina Cattaruzza (Università di Berna); b) Relazioni scientifiche di giovani studiosi italiani (Litorale e Sud-Tirolo?); c) Discussant senior italiano.


Università degli Studi di Napoli «Federico II»
Napoli, 27-29 settembre 2008
L’HARMONIE, ENTRE PHILOSOPHIE, SCIENCES, ET ARTS DE L’ANTIQUITÉ A L’ÂGE MODERNE
In collaborazione con l’Accademia Pontaniana di Napoli

Organisé par
Gioia Rispoli (Università di Napoli «Federico II»),
Anne-Gabrièle Wersinger (Université de Reims),
Pierre Caye (CNRS, THETA, Paris),
Florence Malhomme (Université de Paris IV - Sorbonne)

De l’Antiquité à la Renaissance, la notion d’harmonie semble concerner toutes choses, de l’ordre du ciel au moindre objet décoratif. Il n’est pas un art, pas un savoir, de la médecine à l’astronomie, de l’architecture à la musique sans oublier bien sûr la théologie qui en fasse l’économie.
On peut parler d’un règne de l’harmonie. Pourtant de son règne il est deux conclusions erronées qu’il faut éviter de tirer:
1) que l’harmonie constitue un monde qui va de soi, un monde sous le signe de ce que les philosophes postérieurs appelleront la fin de l’histoire;
2) qu’elle constitue un principe transcendant unifiant toutes choses sous son concept.
En réalité, il n’est pas d’harmonie sans conflit; la concordia est par essence discors. C’est ce conflit sous-jacent qui justifie son règne.
Chaque art, chaque discipline illustre en réalité un sens spécifique de l’harmonie: l’harmonie musicale, l’armonia proprement dite, n’est pas la même que la concinnitas lineamentorum du peintre ou l’eurythmie de l’architecte, qui elles-mêmes restent étrangères à l’équilibre physiologique du corps dont s’occupe le médecin. Il y a souvent conflit entre ces diverses définitions en fonction de la région de leur provenance. Et c’est pourquoi, au nom de l’alietas de cette notion, qu’on ne saurait la confondre avec le Grand Pan qui enchantait le monde des origines. Elle est une forme intermédiaire qui s’édifie sur un chaos sous-jacent qu’elle réussit à tenir sans pourtant jamais pouvoir réduire. C’est en quoi elle est une forme intermédiaire dans l’histoire de la présence de l’homme à soi-même et au monde.
À partir de ces quelques considérations préliminaires, trois grands axes de recherches seront susceptibles de guider nos travaux.
1) La constitution notionnelle de Harmonie: il s’agit de situer la notion d’harmonie par rapport à d’autres notions voisines par rapport auxquelles elle prend sens: l’oikeiosis, le chaos, l’ordre (taxis), le nomos, mais aussi de façon plus métaphysique encore l’Être, l’Un ou le Tout (le Grand Pan). Nous verrons que l’harmonie traverse chacun de ces termes mais sans jamais s’y arrêter de sorte qu’elle atteint à sa spécificité.
2) La pluralité des harmonies: il s’agit dans un second temps, de faire le point sur les différents sens de l’harmonie en fonction des arts et des disciplines qui contribuent à son institution, de la médecine à la théologie en passant évidemment par les arts. Nous verrons alors la richesse polysémique de cette notion qui met en oeuvre des intuitions et des opérations de pensée riches et diverses.
3) La question de l’habitation du monde par l’homme. À partir de cette double enquête, on pourra questionner à nouveau frais la question du rapport de l’homme au monde et au principe, mais dans un sens profondément différent de la systématique que met en place la métaphysique moderne.

Annarita Angelini (Università degli Studi di Bologna), L’armonia del mondo nella cabbala
Annie Bélis (IRHT, CNRS-Université de Paris IV - Sorbonne), L’évolution des diagrammes musicaux dans l’Harmonique grecque
Giovanni Casertano (Università di Napoli «Federico II»), Le diverse facce dell’armonia
Pierre Caye (CNRS, Paris), Concinnitas, eurythmie et harmonie linéaire dans le vitruvianisme de la Renaissance
Ugo Criscuolo (Università di Napoli «Federico II»), L’armonia nel mondo neo-platonico
Danielle Cohen-Levinas (Université Paris IV - Sorbonne), Harmonie et dysharmonie dans l’esthétique musicale contemporaine
Daniel Dauvois (Lycée Lakanal, Sceau), Mécanique et harmonie dans la philosophie à l’âge classique
Anne Favre-Reinbold (CNRS, Paris), L’harmonie dans la théorie picturale du XVIle siècle français
Catherine Fricheau (Université Paris I Panthéon - Sorbonne), La question de la symmetria dans le Vitruve de Claude Perrault
Francesco Furlan (Université de Paris VIII), Mesure et proportions dans le Ex ludis mathematicarum de Leon Battista Alberti
Antonio Garzya (Università di Napoli «Federico II»)
Thierry Gontier (Université de Lyon III), La querelle des arts sur la nature de l’harmonie
Paolo Gozza (Università di Bologna), Filosofia ed estetica dell’armonia musicale nell’età del meccanismo
Martine Groult (CNRS, Paris), L’harmonie du savoir dans le projet encyclopédique
Edith Hall (Royal Holloway, University of London), Harmony in the Greek Tragedy
Didier Laroque (École d’Architecture, Paris), Arrachement et harmonie dans l’esthétique architecturale à l’âge humaniste et classique
Yves Lehmann (Doyen de l’Université de Strasbourg), Harmonies médicales et musicales chez les penseurs de l’Antiquité
Pierre Magnard (Université Paris IV - Sorbonne), Harmonie, religion et politique chez Jean Bodin
Florence Malhomme (Université Paris IV - Sorbonne), La pensée de l’harmonie chez Francesco Patrizzi
Alfonso Mele (Università di Napoli «Federico II»), Armonia come forma di eunomia
Sylvie Perceau (Université d’Amiens), L’harmonie et le rythme chez les Tragiques
Mariantonetta Picone (Università di Napoli «Federico II»), Armonia e disarmonia nell’arte contemporanea
Gioia M. Rispoli (Università di Napoli «Federico II»), Lezioni di stile: armonia verso synthesis, synthesis versus armonia
Baldine Saint-Girons (Université de Paris X), Dismorphie et harmonisation dans l’esthétique du sublime à l’âge baroque et classique
Raffaele Schiavone (Università di Napoli «Federico II»), Armonia e proporzione nell’architettura
Serge Trottein (CNRS, Paris), La question de l’harmonie chez Federico Zuccaro
Christian Trottmann (CESR, Tours), Mathématique, harmonie et infini dans la cosmologie de Nicolas de Cues
Anne-Gabrièle Wersinger (Université de Reims), La sphère et l’intervalle. L’évolution de la pensée de l’harmonie chez les anciens Grecs.


Napoli, 2-4 ottobre 2008
FORME E PROBLEMI DELLA COMUNICAZIONE FILOSOFICA IN NIETZSCHE
In collaborazione con: Centro “Colli-Montinari” Seminario permanente nietzschiano

Relatori: Giuliano Campioni (Università di Pisa); Maurizio Ferraris (Università di Torino); Werner Stegmaier (Ernst-Moritz-Arndt-Universität Greifswald).
Interventi: Tiziana Andina, Tom Bailey, Andrea Bertino, Maria João Branco, Cosimo Degli Atti, Maria Cristina Fornari, Benedetta Giovanola, Pietro Gori, Luca Lupo, Donatella Morea, Chiara Piazzesi, Mattia Riccardi, Claudia Rosciglione, Andrea Spreafico, Lucia Teszler, Benedetta Zavatta.

Giovedì 2 ottobre
Ore 9:00 Apertura dei lavori
Ore 9:30 I Sessione
Sessione seminariale chiusa; Discussione per aree
Ore 15:00 II Sessione
Werner Stegmaier: Das Meer des Ubermenschen und der Brunnen des freien Geistes. Zu Nietzsches Formen philosophischer Schriftstellerei in Also sprach Zarathustra und Der fröhlichen Wissenschaft

Venerdì 3 ottobre
Ore 9:00 III Sessione
Sessione seminariale chiusa; Discussione per aree e discussione plenaria
Ore 15:00 IV Sessione
Maurizio Ferraris: Nietzsche homo. L’autobiografia e i biglietti della follia
Giuliano Campioni: « ... viviamo nell’ombra di un’ombra». Il nichilismo di Renan, Taine e Nietzsche

Sabato 4 ottobre
Ore 9:00 V Sessione
Presentazione dei risultati del lavoro seminariale: Comunicazione e pratica filosofica in Nietzsche: lo Zarathustra tra le due edizioni della Gaia Scienza.


Napoli, 14 ottobre 2008
GIORNATA DI STUDIO IN MEMORIA DI LUDOVICO GEYMONAT


Napoli, 8 ottobre - 26 novembre 2008
LECTURA DANTIS 2008

In collaborazione con: Facoltà di Lingue e Letterature Straniere Dipartimento di Studi Letterari e Linguistici dell’Europa dell’Università di Napoli «L’Orientale»

Mercoledì 8 ottobre Giuseppe Antonio Camerino (Università di Lecce): Lectura del XXV Canto dell’Inferno
Mercoledì 15 ottobre Carlo Vecce (Università di Napoli «L’Orientale»): Lectura del XXVI Canto dell’Inferno
Mercoledì 22 ottobre Claudio Sensi (Università di Torino): Lectura del XXVII Canto dell’Inferno
Mercoledì 5 novembre Sergio Cristaldi (Università di Catania): Lectura del XXVIII Canto dell’Inferno
Giovedì 13 novembre Andrea Battistini (Università di Bologna): Lectura del XXIX Canto dell’Inferno
Mercoledì 19 novembre Dante Della Terza (Università di Harvard): Lectura del XXXI Canto dell’Inferno
Mercoledì 26 novembre Giacomella Orofino (Università di Napoli «L’Orientale»): Visioni dell’Aldilà nella Commedia e nel Libro tibetano dei morti


Napoli 9-10 ottobre 2008
ITALIA-RUSSIA. INCONTRI CULTURALI E RELIGIOSI FRA ’700 E ’900

In collaborazione con: Università di Napoli «Federico II», Dipartimento di Discipline Storiche Accademia Russa delle Scienze, Istituto di Storia Mondiale.

Giovedì 9 ottobre
Ore 9.00: Aula Magna storica, Università di Napoli «Federico II»
Presidenza: Aleksandr Cubar’jan (Accademia Russa delle Scienze)
Galina Kosmolinskaja (Accademia Russa delle Scienze), L’Illuminismo italiano e la Russia
Sergej Androsov (Accademia Russa delle Scienze), Ivan Uvalov e l’acquisto delle opere d’arte a Roma
Renata De Lorenzo (Università di Napoli «Federico II»), I soldati napoletani nell’esercito napoleonico e la campagna di Russia del 1812
Stefano Garzonio (Università di Pisa), L’Histoire Littéraire d’Italie di P. L. Ginguené e il romanticismo letterario russo

Venerdì 9 ottobre
Ore 15.00: Aula Magna, Facoltà di Lettere e Filosofia
Presidenza: Sante Graciotti (Università di Roma «La Sapienza»)
Sante Graciotti (Università di Roma «La Sapienza»), La Madonna di san Sisto, pietra di scandalo della spiritualità russa tra ’800 e ’900
Michaela Böhmig (Università di Napoli «L’Orientale»), L’immagine di Napoli e dintorni nella poesia russa dell’800
Emanuela Sgambati (Università di Roma «La Sapienza»), Napoli fra realtà e sogno in alcuni scrittori russi dell’Ottocento
Giovanna Cigliano (Università di Napoli «Federico II»), L’immagine dell’Italia nella cultura liberale russa (1855-1914)
Michail Talalay (Accademia Russa delle Scienze), L’emigrazione russa in Italia e la Chiesa ortodossa

Sabato 10 ottobre
Ore 9.00: Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
Presidenza: Evgenija Tokareva (Accademia Russa delle Scienze)
Evgenija Tokareva (Accademia Russa delle Scienze), Guido Miglioli, un cattolico comunista nella Mosca sovietica
Aleksandr Cubar’jan (Accademia Russa delle Scienze), I rapporti diplomatici fra Italia e URSS nel secondo dopoguerra
Nikolaj Kotrelev (Accademia Russa delle Scienze), Vladimir Solov’v e il pensiero religioso italiano
Angela Giustino (Università di Napoli «Federico II»), Il senso della storia e la destinazione dell’uomo. N. Berdiaev tra slavofilismo e occidentalismo (nella recezione italiana)
Aleksandr Gorelov (Accademia Russa delle Scienze), Lo sguardo italiano su Florenskij
Adriano Dell’Asta (Università Cattolica, Milano), La filosofia religiosa russa e la sua diffusione in Italia. L’esperienza di “Russia cristiana”
Natalino Valentin (Università Carlo Bo, Urbino), Il pensiero religioso russo e la filosofia italiana del XX secolo. Dall’oblio alla nuova recezione


Napoli, 10 ottobre 2008
GLOBAL ENTREPRENEURSHIP AND INNOVATION: CROSS-CULTURAL PERSPECTIVES
Second International Conference on Sorghum Food and Innovative Pathways of Academic Spin-off Chains

L’evento congressuale progettato persegue molteplici finalità: anzitutto è un momento formativo di eccellenza per studenti, accademici e manager, dal momento che spinge a riflettere in profondità su tematiche particolarmente attuali come la Global Entrepreneurship, il Cross-Cultural Management e l’Enterprise Creation. Il substrato di tale evento sarà l’attività relativa agli aspetti della produzione e del marketing degli alimenti senza glutine per i pazienti celiaci. L’Istituto di Genetica e Biofisica del CNR di Napoli, la Facoltà di Economia della Seconda Università di Napoli e il Dipartimento di Medicina dell’Università di Napoli «Federico II» sono coinvolti nell’organizzazione di tale conferenza.


Napoli, 13 ottobre 2008
LA RÉVOLUTION COMME MÉTHODE ESTHÉTIQUE
In collaborazione con l’Università di Napoli «L’Orientale»

Michele Costagliola (Università di Napoli «L’Orientale»)
Laurent Jenny (Università di Ginevra)


Napoli, 13-14 ottobre 2008
LA REPUBBLICA DI PLATONE

Relazioni:
Mario Vegetti, Francesco Fronterotta, Michelangelo Bovero, Bruno Centrone, Giovanni Casertano, Gennaro Carillo, Diego Lanza
Interventi:
Silvia Gastaldi
, Silvia Campese, Franco Ferrari, Fulvia De Luise, Anna Beltrametti, Lucio Bertelli, Giovanni Giorgini, Marco Solinas


Università di Roma Tre
Roma, 22-23 ottobre 2008
200 ANNI FAUST
Convegno internazionale
In collaborazione con la Libera Università San Pio V, Casa di Goethe, Roma e Goethe-Institut Rom

Interventi: Achom Auernhammer, Freiburg im B.; Paolo d’Angelo, Roma Tre; Matilde de Pasquale, San Pio V; Giorgio de Vincenti, Roma Tre; Francesco Fiorentino, Roma Tre; Wernedr Frick, Freiburg im B.; Christine Maillard, Strasbourg; Elio Matassi, Roma Tre; Gianluca Paolucci, Università di Cassino; Terence Jim Reed, Oxford; Gilberto Sacerdoti, Roma Tre; Giovanni Sampaolo, Roma Tre; Marisa Siguan, Barcelona.
A cura di Marino Freschi, Università di Roma Tre

Nel 1808 Goethe pubblicava Faust der Tragödie erster Theil con cui concludeva la prima grande parte del suo capolavoro, cui aveva cominciato a lavorare già negli anni giovanili, come risulta da numerose tracce nelle lettere. In realtà lo scrittore aveva già cominciato a lavorare alla seconda parte che concluse pochi mesi prima di morire – nel luglio del 1831 – e che destinò alla pubblicazione solo dopo la sua morte. Ma il Faust conosciuto, letto e ammirato è soprattutto quello del 1808, che riprende il Fragment del 1790 e la stesura giovanile – l’Urfaust. Il dramma goethiano s’inserisce organicamente nell’alveo della tradizione del mito, quello inaugurato dal Faustbuch – Historia von D. Johann Fausten – del 1587 e poi ripreso creativamente da Marlowe già nel 1592-3 con The historie of the damnable life and deserued death of Doctor Iohn Faustus. E il mito del mago umanista continuò a prosperare nella letteratura europea e sulle scene, riprendendo proprio con Goethe tutto il suo trascinante travolgente fascino spirituale e drammatico, identificando uno dei grandi topoi della modernità: la nostalgia di onnipotenza e il senso d’impotenza dell’uomo. Dopo Goethe la fortuna del Faust non conosce più interruzioni con sempre nuove opere poetiche, teatrali e musicali che s’ispirano al capolavoro goethiano e al mito del mago.
Goethe, che già nella sua fase str_meriana aveva individuato nella figura titanica del dottore umanista e mago uno dei simboli della poetica del Genie, tornò a lavorare al dramma-poema a Roma, quando comprese la sua vera e principale vocazione nella poesia.
La forza simbolica del riconoscimento della sua missione più autentica consiste nel fatto che proprio a Roma, nel 1786-1788, Goethe superò quella profonda crisi creatrice che l’aveva bloccato nei precedenti 11 anni al servizio del duca di Weimar, ricoprendo le principali cariche politiche fino a diventare primo ministro. Ma quegli anni durante i quali aveva saputo dimostrare a se stesso straordinarie capacità di uomo pubblico, avevano limitato la sua attività poetica. Inoltre l’amore, morbosamente intenso, ma ormai sterile, per Charlotte von Stein, l’aveva frustrato. Quindi: la fuga in segreto il 3 settembre del 1786 versola città dei suoi sogni, Roma. E qui tira fuori dal sacco di viaggio l’abbozzo di una confusissima creazione giovanile: il Faust, da anni interrotto, ma mai dimenticato. In una giornata di sole a Villa Borghese, scrive di nuovo e scrive la scena più gotica, più germanica di tutta la tragedia: la Cucina della strega, dove il protagonista del dramma intravede tramite il filtro magico Elena-Margherita,«la più stupenda immagine di donna, … il compendio di ogni cielo». E da quella magica e divina visione riparte il viaggio di Faust dalla terra al cielo. Un itinerario che ha ispirato per tutta la vita Goethe e dopo di lui tanti altri artisti, musicisti, filosofi di tutto l’Occidente, poiché Faust incarna l’estrema sintesi del sogno occidentale di potenza, di eros, di dominio e infine di spiritualità attraverso il riconoscimento della necessità della prassi, dell’azione, della vita nel proprio tempo per i propri simili. Per ritrovare questo equilibrio Goethe doveva venire a Roma, amare l’arte e Faustina, la giovane romana che lo iniziò all’eros maturo, per divenire così ciò che principalmente era: poeta. È da questo superamento della crisi più profonda che sorge – o risorge – il Faust per riprendere nuova vita e tramutarsi prima nel Fragment e infine – anche in virtù del fecondo sodalizio con Schiller – nel Faust del 1808, che possiamo considerare come un’opera «archetipa» della successiva civiltà intellettuale e artistica europea, come confermano i tanti «Fausti» presenti in ogni ambito di letterature nazionali.
Il convegno vuole ripercorrere sia l’identità del capolavoro goethiano in una prospettiva di coralità, per cui il dramma di Goethe è il culmine di un lunghissimo percorso drammaturgico e poetico e allo stesso tempo il segnale di una nuova spiritualità, non ancora esaurita, che conta voci straordinarie, da Nerval a Valéry, da Heine a Lenau, Spengler a Thomas Mann, da Bulgakov a Durrell, da Liszt a Boito, da Mahler a Busoni. Il nucleo intimo di quella nostalgia di totalità, d’onnipotenza, quella incandescente libido sciendi, quell’eros straripante, romantico e titanico, identificano Faust e l’uomo faustiano, che costituisce ancora tanta parte dell’antropologia della contemporaneità e che oggi con la sperimentazione genetica ritorna prepotentemente a occupare l’orizzonte spiritale dell’Occidente.


Napoli, 6 novembre - 4 dicembre 2008
I PRIMI CRISTIANI E LA POLITICA
In collaborazione con: Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale

Giorgio Jossa (Università di Napoli «Federico II»)

Giovedì 6 novembre Gesù e la politica
Giovedì 13 novembre Il processo di Gesù
Giovedì 20 novembre Paolo e le autorità politiche
Giovedì 27 novembre Il potere romano negli Atti degli Apostoli e nell’Apocalisse di Giovanni
Giovedì 4 dicembre Gli apologisti greci e la civiltà greco-romana


Napoli, 12-14 novembre 2008
LA VALIDITÀ CONCETTUALE DELL’ILLUMINISMO PER UN’EUROPA MODERNA
DIE BEGRIFFLICHE GÜLTIGKEIT DER AUFKLÄRUNG FÜR EIN MODERNES EUROPA
LA VIGENCIA CONCEPTUAL DE LA ILUSTRACIÓN PARA UNA EUROPA MODERNA

(con la collaborazione di: Proyectos “Una nueva filosofía de la historia para una nueva Europa”, HUM2005-02006/FISO – Instituto de Filosofía del Centro de Ciencias Humanas y Sociales del CSIC, Madrid –, “Teorías y Prácticas de la Historia Conceptual: un reto para la Filosofía”, HUM2007 - 61018/FISO – cofinanciado por el FEDER –, del Ministerio de Educación y Ciencia de España)

Coordinatori: Roberto Rodríguez Aramayo y Faustino Oncina Coves

Mercoledì 12 novembre
Presentazione: Roberto Rodríguez Aramayo (Instituto de Filosofía - CCHS del CSIC, Madrid) y Faustino Oncina Coves (Universitat de València / Instituto de Filosofía - CCHS del CSIC)
Relazioni:
Roberto Rodríguez Aramayo (Instituto de Filosofía - CCHS del CSIC, Madrid): Ciudadanía y moralidad
Faustino Oncina Coves (Universitat de València / Instituto de Filosofía - CCHS del CSIC, Madrid): Crítica y crisis del modelo humboldtiano de Universidad
Claudio La Rocca (Università di Genova): Illuminismo e forme di razionalità
Concha Roldán Panadero (Instituto de Filosofía - CCHS del CSIC, Madrid): Filosofia y publicidad: desde la República de las letras hasta la Filosofia popular y para las damas

Giovedì 13 novembre
Salvador Mas (Universidad de Educación a Distancia, Madrid): Ilustración y clasicismo en Humboldt
Reinhard Brandt (Universität Marburg): Lässt sich Kants gegen Thron und Altar gerichtetes Aufklärungskonzept modernisieren?
Thomas Gil (Technische Universität Berlin): Progreso, libertad, felicidad. Conceptos clave del mundo moderno
Ricardo Parellada (Universidad Complutense de Madrid): Ilustración, progreso y desarrollo

Venerdì 14 novembre
Luca Fonnesu (Università di Pavia): Etica e illuminismo: le radici del dibattito etico contemporaneo
Giuseppe Duso (Università di Padova): Ci servono i concetti nati tra giusnaturalismo e illuminismo per comprendere politicamente l’Europa


Napoli, 13 - 14 novembre 2008 convegno internazionale
“LA VENERE E LO SCIAMANO”
L’influsso dello sciamanesimo sulle arti e la cultura del Novecento


Napoli, 15 novembre 2008
LE CONNESSIONI INATTESE. LA STORIA, LA SCIENZA, LA PROPAGANDA
In collaborazione con Altanur Associazione Culturale Interdisciplinare

Relazioni di: Giulio Calegari, Giorgio Galli, Alessandro Giuliani, Flavio Barbiero, Brian Josepson, Emilio Del Giudice, Giulietto Chiesa, Maurizio Torrealta, Roberto Germano


Napoli, 15 novembre - 15 dicembre 2008
L’ARCHITETTURA E LE SUE MERAVIGLIE

Donatella Mazzoleni (Università di Napoli «Federico II»)

Che cos’è l’architettura?
Come si costruisce oggi nel mondo?
Che cosa possiamo fare noi?
Edifici-mondo


Napoli, 21 novembre 2008
L’ADOLESCENTE ERRANTE

In collaborazione con l’Unità operativa di Psicologia Clinica e dell’Età Evolutiva della ASL NA1 e con la Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica dell’Università di Napoli «Federico II»

Relatori: Olivier Douville, Paolo Valerio


Università del Molise
Roma, 27-28 novembre 2008
ALTERSKULTUREN
RAPPRESENTAZIONI DELLA VECCHIAIA NELLA CULTURA OCCIDENTALE
In collaborazione con l’Istituto Svizzero di Roma

Organizzatori: Hans-Georg Pott (Universität Düsseldorf); Giovanna Pinna (Università del Molise); Christoph Riedweg (Universität Zürich / Istituto Svizzero di Roma)

Il termine vecchiaia appare dal punto di vista di un mondo globalizzato come oggetto e paradigma di una negoziazione discorsiva tra diverse culture del sapere. Queste sono ricomprese in un concetto di cultura che, in base ai principi-guida affermatisi fin dagli anni ’80, è da intendersi come plurale, come totalità delle produzioni simboliche tra cui non ultimo vi è il discorso scientifico. La tematica della differenza culturale insita in tale idea di cultura si presenta nella forma di un accordo tra forme e pratiche cognitive in parte contrastanti, in parte incrociantisi tra loro, che sembrano opporsi alla mediazione dialettica. Il sapere si costituisce dunque attraverso i singoli discorsi, i testi e i media visuali della scienza ed attraverso la loro azione comune, il loro relativizzarsi e commentarsi reciprocamente.
Il concetto di rappresentazione qui utilizzato si orienta all’approccio dell’attuale antropologia culturale nella tradizione di Geerz e di Clifford, che sin dagli anni ’80 concepisce le rappresentazioni come un procedimento di costituzione dell’oggetto nelle scienze attraverso elementi linguistico-retorici e fa di questo dato un esplicito oggetto di riflessione. Nell’attuale quadro della teoria della cultura l’assunto originario è stato esteso tenendo conto della forza costruttiva della prassi rappresentativa nelle arti e nei mezzi di comunicazione.
La vecchiaia è non soltanto un dato biologico e sociale, ma anche culturale e in quanto oggetto di negoziazione tra diversi discorsi cognitivi è un fenomeno tanto eterogeneo quanto problematico, determinato da criteri di valore e visioni del mondo. Il convegno si propone di render conto di tale complessità facendo interagire riflessioni e percorsi di ricerca che si sviluppano in ambiti disciplinari differenti. Sulla scorta della complessiva ricostruzione storico-culturale operata da Simone de Beauvoir verranno indagati documenti letterari, artistici e filosofici di diverse epoche in merito alla raffigurazione di persone in età avanzata e alle riflessioni sulla vecchiaia come fenomeno e come problema all’interno di diverse forme sociali.
Le testimonianze storiche saranno analizzate focalizzando gli aspetti seguenti: forme di vita dei vecchi, rapporti con la famiglia e atteggiamento verso il succedersi delle generazioni, pregnanza dei ruoli sociali, ricostruzione e interpretazione (conferimento di senso) della propria biografia di fronte al ridursi delle prospettive esistenziali, cultura della memoria, rapporto con il proprio corpo, la malattia e la morte (la morte degli altri e l’attesa della propria), ruolo della differenza sessuale nella percezione delle persone anziane e nella valutazione dell’amore e della passione in età avanzata («il vecchio innamorato»: una figura comica; «la vecchia innamorata»: una figura grottesca o tragica?), religiosità e interesse per i miti dell’immortalità, utopie della vecchiaia.
Variazioni sulla vecchiaia e sui processi di invecchiamento sono presenti a livello interculturale e intraculturale, ad esempio col tipo della «vecchia laida» o con le allegorie della vanità nella formulazione delle tre età dell’uomo. Le costruzioni della vecchiaia che stanno alla base di tali figure concettuali sono state scarsamente indagate, così come, viceversa, il fatto che tali figure a loro volta contribuiscono a determinare la concezione delle fasi dell’esistenza dominante in una data società.
Tali figure sono state strumentalizzate in senso pedagogico e si può mostrare come in tal modo esse abbiano al tempo stesso prodotto specifiche concezioni della vecchiaia.
Le ricerche saranno diversamente orientate a seconda che si tratti di autoosservazione della vecchiaia o di osservazione dall’esterno. Nel caso dell’autoosservazione si tratterà di studiare le esperienze di persone anziane trasmesse per iscritto o nella prassi figurativa ed in tal modo consegnate alla memoria culturale (autobiografie, diari ed epistolari, opere prodotte in vecchiaia, autoritratti). Nel caso dell’osservazione dall’esterno si tratterà di rappresentazioni di persone vecchie da parte di autori anche giovani sia nei diversi generi letterari e artistici (prosa, lirica, teatro, pittura, scultura, fotografia), sia nella letteratura di carattere teorico (trattati sull’arte, opere di argomento morale, religioso o filosofico, letteratura medica e psicologica).
Scopo del convegno è quello di illustrare, attraverso la sistematica ricognizione, analisi ed interpretazione di documenti letterari, filosofici e artistici, il mutamento culturale delle concezioni della vecchiaia, di formulare asserzioni sulla qualità della percezione sociale dell’identità in vecchiaia e di metterne in luce gli impliciti criteri di valore.

Programma
Giovedì 27 novembre
9.30.-10.15 Mike Martiri (Zürich): Von der Lebensbewältigung zur Lebensgestaltung, vom Lebensrückblick zur Zukunftsplanung: Aktuelle Perspektiven der psychologischen Altersforschung
10.30-11.15 Ralph Kunz (Zürich): Die Grenzen der Weisheit und die Weisheit der Grenzen. Biblische Fußnoten zur gerontologischen Weisheitsforschung
11.45-12.30 Giovanna Pinna (Università del Molise): Il tempo interrotto. Riflessioni sulla vecchiaia nella filosofia contemporanea
15.00-15.45 Gioia Paradisi (Università della Calabria): Teorie medievali delle età della vita
16.00-16.45 Stefano Cracolici (Durham): Gli umori della vecchiaia
17.15-18.00 Andrea von Hülsen-Esch (Düsseldorf): Weisheit ist männlich, Verfall weiblich. Überlegungen zu einigen Altersdarstellungen in der Kunst des 16. Jahrhunderts
18.15-19.00 Giovanna Capitelli (Università della Calabria): La rappresentazione della senilità nella cultura figurativa dell’età moderna. Da la Vecchia di Giorgione alla Sofonisba Anguissola di van Eyck

Venerdì 28 novembre
9.30-10.15 Hans-Georg Pott (Düsseldorf:): Ein alterrider Casanova. (Zu Arthur Schnitzlers Novelle: Casanovas Heimfahrt)
10.30-11.15 Henriette Herwig (Düsseldorf): Alter und Tod in Don Juan-Dichtungen vom 17 bis zum 20. Jahrhundert
11.30-12.15 Stefano Giovanardi (Università del Molise): Senilità. Immagini della vecchiaia nella narrativa italiana del ’900
15.00-15.45 Markus Winkler (Genève): Figurationen des Alters und des Alterns be Günter Grass: Von der Novelle “Im Krebsgang” zur Autobiographie “Beim Häuten der Zwiebel”.
16.00~17.45 Peter Rüsterholz (Bern): Max Frisch: Das eigene Altern und das Alter der Anderen
18.15-19.00 Miriam Seidel (Düsseldorf): «Aufstand der Alten» oder «Erlöser AG»? Zukunftsszenarien für eine alterride Gesellschaft in Literatur und Film


Napoli, 2-3 dicembre 2008
IL VANGELO DI GIOVANNI E IL GIOVANNISMO
TEMPI, LUOGHI, PROTAGONISTI
In collaborazione con la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale

Il cristianesimo delle origini va sempre più delineandosi nell'indagine storico-esegetica come vario e articolato al suo interno. All’idea tradizionale di una realtà cristiana definita o comunque identificabile sin dal suo nascere, si è andata sostituendo quella di un cristianesimo in divenire, fluido, animato da una forte dialettica interna e formato da gruppi i cui confini identitari non sempre sembrano nettamente demarcati. All’interno di questo composito mondo andrebbe collocato il cosiddetto giovannismo.
Con tale termine si suole indicare quel fenomeno storico, letterario e teologico che avrebbe interessato diverse comunità cristiane, soprattutto in Asia Minore, e che si esprimerebbe, sul piano letterario, nel corpus giovanneo (Vangelo di Giovanni, Epistole e Apocalisse). Negli ultimi anni, soprattutto in ambito internazionale, si è assistito ad una energica ripresa degli studi giovannei, sia verso tematiche tradizionali, come quella del rapporto tra i singoli scritti e della autorialità dei testi o quella del loro rapporto con gli altri scritti neotestamentari, sia verso temi meno esplorati quali il sitz im leben della comunità o la ricezione della produzione giovannea.
Ancor più interessanti si sono poi rivelate le ricerche volte a far luce sul rapporto tra il corpus giovanneo e la coeva letteratura giudaica e i tentativi di applicare ai testi giovannei (e più in generale a tutti i testi neotestamentari) modelli propri delle scienze sociali, per comprendere non solo il contesto storico sottostante ai testi, ma anche il gruppo sociale che lo ha prodotto. Da altri fronti, addirittura, si avanza non meno di un sospetto verso la ricerca storica come arbitro finale dell’interpretazione e si propongono, per l’interpretazione degli scritti giovannei, nuove metodologie di analisi, più attente al testo e al lettore. La complessità del quadro sopra descritto, ancora poco recepito in ambito nazionale, ha fatto avvertire l’esigenza di un’occasione di confronto in cui, traendo spunto dal vivace e attuale dibattito esegetico e storiografico, sia possibile offrire al pubblico italiano uno sguardo di insieme sul mondo giovanneo.


Association des Historiens de l’Art Italien
Parigi, 2-4 dicembre 2008
HOMME BÂTISSEUR ET FEMME BÂTISSEUSE: ANALOGIE, AMBIVALENCE, ANTITHÈSE?

In collaborazione con: École Pratique des Hautes Études, Istituto Italiano di Cultura, Parigi

Sous la direction scientifiques de Sabine Frommel et Flaminia Bardati.

L’arrivée au pouvoir de la femme dans la civilisation occidentale est reçue comme une révolution culturelle. De toute évidence ce phénomène, à la fois innovant, intriguant et inquiétant, a déclenché des réflexions touchant aux strates les plus énigmatiques de la vie collective et individuelle, en faisant appel à l’étude des spécificités du comportement féminin. La psychologie, tantôt en rapprochant les impulsions et les mécanismes des deux sexes, tantôt en insistant sur de profondes divergences, est loin de pouvoir déterminer, à l’heure actuelle, les racines et l’évolution du comportement de l’homme et de la femme. Si le courant féministe est parvenu à mettre en lumière et à revaloriser un ample éventail d’éléments et de topoi, la compréhension de l’attitude de la femme, pour se révéler dans toute sa clarté, exige la confrontation avec celle de l’homme. La comparaison, utilisée dans le domaine de l’histoire de l’art pour mettre en parallèle traditions, mentalités et formes, peut contribuer à une meilleure connaissance de l’attitude de la femme lorsqu’elle commande des oeuvres d’art. Et ceci apparaîtra de manière particulièrement marquante quand il s’agit de l’art qui est considéré comme le plus masculin: l’architecture. Tandis que l’homme constitue ses connaissances sur l’art de bâtir par l’ars fortificatoria, dont l’étude fait partie de la formation d’un jeune prince, la femme les acquiert de façon différente et se sert, par conséquent, d’autres méthodes pour concevoir et transmettre ses idées.
Toutefois, toutes les veuves ne se montrent pas aussi fidèles envers leur mari et souvent elles ne résistent pas à l’envie de laisser leur empreinte personnelle sur les constructions inachevées.
A côté de la «solitude responsable» due à l’absence de l’époux, d’autres conditions sociales caractérisent l’approche féminine du mécénat d’architecture. Puisque le mariage oblige la femme à quitter sa patrie et à s’installer dans l’univers parfois lointain du mari, il contribue souvent à la migration des langages et des traditions. Reine ou régente, la souveraine cherche, en effet, à établir une stratégie visuelle afin de rendre sensibles ses origines, son identité et son individualité. Catherine de Médicis instaura en France des usages italiens dans de multiples domaines allant de la vie sociale à la gastronomie jusqu’à l’art de bâtir.
Jamais auparavant la France n’avait connu un tel succès des prototypes transalpins, appelés à afficher leur supériorité dans le domaine culturel.
Le cas de Marguerite d’Autriche, fille naturelle de Charles V, montre qu’une oeuvre architecturale peut servir de moyen pour manifester une adhésion politique: elle choisit délibérément de bâtir son palais à Piacenza, ville relevant du pouvoir impérial, tandis que son mari Ottavio Farnèse s’établit à Parme, sous la tutelle des États de l’Eglise. En outre, la résidence de la duchesse, par son échelle inédite, surpasse les plus somptueuses demeures de la Renaissance. Cet exemple témoigne avec éclat de la possibilité pour une femme de pouvoir d’utiliser l’architecture – cet art si viril! – à des fins de promotion personnelle. C’est, en l’occurrence, le moyen privilégié par lequel les femmes s’affirment et rivalisent avec les hommes, si l’on en juge l’attitude conservatrice qu’on leur prête dans d’autres domaines.
Les motivations des femmes en tant que commanditaires d’oeuvres architecturales sont plus complexes que celles des hommes et, souvent, elles sont motivées par une volonté de compensation et de légitimation.
Le colloque doit mettre en évidence les traits spécifiques du mécénat architectural féminin, la nature des compétences souvent remarquables dont font preuve les femmes, à travers la façon de concevoir et de dialoguer avec des architectes. La dualité homme / femme constituera le fil conducteur de la manifestation: il s’agit non seulement de confronter des opérations par couple – mari et femme, frère et soeur ou père et fille – mais aussi de mettre en parallèle la politique artistique des cours européennes pendant la Renaissance. L’intervention d’historiens doit permettre, dans une perspective transdisciplinaire, d’élargir les débats à l’histoire sociale et politique.

Martedì 2 dicembre
François Queyrel, Sabine Frommel: Accueil des participants
Kathleen Wilson-Chevalier: Femmes mécènes à la renaissance

Mercoledì 3 dicembre
C. L. Frommel: Isabella d’Este et Francesco Gonzaga
Marco Folin: Eleonora d’Aragona e Ercole I d’Este
F. Bardati, E. Hamon: Anne de Bretagne, Charles VIII et Louis XII
Enrico Lusso: Guglielmo IX Paleologo et Anne d’Alençon
F. Pereda: Isabel de Castilla et Fernando d’Aragona
Andrea Langer: Bona Sforza et Sigismondo I di Polonia
Mercedes Gómez-Ferrer: Les quatre femmes de Felipe II

Giovedì 4 dicembre
C. Zurn Kolk: La maison du roi et la maison de la reine
S. Frommel: Catherine des Médicis / Henri II / Marguerite d’Autriche / Ottavio Farnese
P. Di Teodoro: Caterina et Cosimo des Médicis
Alina Payne: Les maitresses
Claudia Conforti: Laura Martinetti et Francesco I d’Este
Daniela del Pesco: Mme et M. de Chantelou
Eva Krems: Les femmes Wittelsbachern


Napoli - San Sebastiano al Vesuvio, 3-5 dicembre 2008
MAR COMUNE. SCUOLE DEL MEDITERRANEO DI FRONTE ALLA SFIDA DEI BENI COMUNI
In collaborazione con l’Istituto Superiore «Adriano Tilgher»

Mercoledì 3 dicembre
Gestione delle risorse idriche
Coordina: Imma Grazioli (I.S. «A. Tilgher» di Ercolano - Napoli)
Relazioni: Riccardo Petrella (Università di Lovanio - Belgio); Alberto Lucarelli (Università di Napoli «Federico II»)
Presentazione del lavoro dell’Antalya Koleji (Antalia - Turchia)
Problematiche ambientali
Coordina: Piero De Luca (I.S. «A. Tilgher» di Ercolano - Napoli)
Relazioni: Serge Latouche (Università di Paris Sud - Francia); Rajendra Kumar Pachauri (International Panel on Climate Change)
Presentazione del lavoro dell’École Mahammed Al Tatoh (Fes -Marocco)
Presentazione del lavoro di scuole italiane

Giovedì 4 dicembre
Lo stato dell’informazione
Coordina: Raffaele Aratro (I.S. «A. Tilgher» di Ercolano - Napoli)
Presentazione del lavoro di Omar Ibn Elkhattab Experimental language School (Il Cairo - Egitto)
Presentazione del lavoro di scuole italiane
La tutela dei beni culturali
Coordina: Docente I.S. «A. Tilgher» di Ercolano - Napoli
Presentazione del lavoro dell’Al Raed Al-Arabi School (Amman - Giordania)
Presentazione del lavoro di scuole italiane

Venerdì 5 dicembre
La democrazia come partecipazione
Coordina: Ubaldo Grimaldi (Dirigente Scolastico I.S. «A. Tilgher» di Ercolano - Napoli)
Relazioni: Franco Cassano (Università di Bari)
Presentazione del lavoro della School of Hope di Ramallah (Palestina)
Presentazione del lavoro di scuole italiane


Napoli, 11-13 dicembre 2008
LA LETTERATURA SOCRATICA ANTICA
In collaborazione con il Dipartimento di Scienze Umane e della Formazione dell’Università di Perugia


Università di Salerno
Parigi, 12-13 dicembre 2008
ARTMEDIA X
ETICA, ESTETICA, COMUNICAZIONE-TECNOLOGICA: IL DESTINO DEL SENSO
ETHIQUE, ESTHÉTIQUE, COMMUNICATION TECHNOLOGIQUE: OU LE DESTIN DU SENS

In collaborazione con: Bibliothèque Nationale de France, Institut National de l’Histoire de l’Art, Université Européenne de la Recherche

Si è pensato di sollecitare studiosi di varia provenienza disciplinare a riflettere, in un Convegno non strutturato in temi e sottotemi e dando a ciascuno la libertà di scegliersi un suo pertinente punto di inserimento, su questioni teoriche che hanno in vario modo ispirato il Progetto di Artmedia e che continuano a sembrarci decisive per questi e più ancora per gli anni a venire.
«Anche se avessimo l’arte – dove abbiamo l’influsso, un qualsiasi influsso dell’arte?», ammoniva Nietzsche nel 1878 (Umano, troppo umano, I, 22), e Gabo, uno degli artisti più inquieti della modernità, si chiedeva più di quarant’anni dopo: «Come contribuisce l’Arte all’attuale epoca della storia dell’uomo?» (Manifesto del realismo, 1920).
Ma prima ancora che andare alla ricerca degli influssi, è necessario porsi un’altra più radicale domanda: Che ne è dell’arte nel nostro mondo?
Una questione di questo tipo è stata posta a più riprese per l’arte moderna (Ortega, Berdiaev, Sedlmayr, Thode, Bloch, Ellul ... ) e continua ancor più ad esser posta oggi per l’arte contemporanea (Baudrillard, Virilio, Clair, Hartford e encora, e più recentemente, Michel Gauthier, in Fresh Théorie, II, 2006 e Elisabeth Wetterwald in 20/27, n. I, 2007, che hanno parlato di “vacuità”, di “solitudine”, di “assenza”, di “niente” e di “nullità” ... )
In effetti, di fronte ai 2 o 3 milioni di artisti che popolano attualmente il paesaggio dell’arte contemporanea, che ruolo svolge il mercato dell’arte e tutto il sistema dell’arte quando delle proposte teoriche (Belting, Danto ...) ci invitano a ripensare alla storia dell’arte e al suo svolgimento? Quali stravolgimenti stanno provocando le nuove tecnologie e gli artisti che con esse lavorano? Che ne è della smisurata quantità di denaro pubblico che gli Stati impiegano per l’arte contemporanea pur nella più totale incertezza sul valore presente e futuro delle opere? Dobbiamo continuare semplicemente a chiederci con Gabo come contribuisce l’arte, quella che va sotto il nome di “arte contemporanea”, all’epoca attuale della nostra storia? Che ne è dell’etica sociale nella produzione dell’arte contemporanea, cioè in quei prodotti coi quali, tra l’altro, un sistema dell’arte più cinico che mai spesso popola luoghi pubblici col pubblico denaro? E, per converso, quando il cinismo e l’affarismo snaturano e imbarbariscono l’idea che abbiamo della democrazia quali possibilità hanno ancora le pratiche artistiche di ridare vita e senso allo spazio pubblico? Ed è vero che coi prodotti e con le pratiche legate alle attuali tecnologie della comunicazione si aprono dei territori possibili di rigenerazione? Le tensioni etico/estetiche devono sostituirsi, così come sembrano indicare molti prodotti e molte pratiche estetiche legate alla rete, alla mera preoccupazione per l’arte? E gli artisti hanno ancora quella possibilità di esercitare efficacemente quella capacità di simbolizzazione ritenuta da sempre come una funzione specifica dell’arte?
Insomma: Che ne è e che ne sarà del senso nel nostro e nel mondo a venire?

Concezione e organizzazione:
Mario Costa (prof. di Estetica all’Università di Salerno) e
Fred Forest (prof. emerito all’Università di Nizza)

Hanno accettato l’ invito ad intervenire al Convegno Artmedia X (Parigi, 12 e 13 dicembre 2008): Anne Cauquelin (Prof. Emerito di Filosofia all’Università di Picardia, Direttrice della Nouvelle Revue d’Esthétique), Jean-Michel Rabaté (Prof. di Inglese e di Letterature Comparate all’Università della Pennsylvania - USA), Louis-Jose Lestocart (Critico d’arte e di cinema su Art Press, NRF…), Jean-Pierre Faye (Co-fondatore del Collège Internationale de Philosophie, Direttore dell’Université Européenne de la Recherche), François Soulages (Prof. di Estetica e Scienze dell’Arte all’Università di Paris 8), José Jimenez (Professore di Estetica e Teoria delle Arti all’Università Autonoma di Madrid, Direttore dell’Istituto Cervantes di Parigi, Direttore Generale delle Belle Arti al Ministero della Cultura spagnolo), Michael F. Leruth (Prof. al College of William and Mary, Williamsbourg, USA), Sophie Lavaud (Artista e teorica dell’arte interattiva), Mariapaola Fimiani (Prof. di Filosofia Morale e Pro-rettore dell’Università di Salerno), Dominique Chateau (Prof. di Estetica e di Filosofia dell’Arte all’Università di Parigi 1 - Sorbonne), Vincenzo Cuomo  (Università di Salerno), Thierry de Duve (Prof. di Teoria dell’Arte moderna e contemporanea all’Università di Lille), Edgar Morin (CNRS, sociologo e filosofo), Maurizio Bolognini (Artista e teorico dell’arte generativa), Pierre Moeglin (Prof. di Scienze dell’Informazione e della Comunicazione all’Università di Paris-Nord), Daniel Charles (Prof. Emerito di Estetica all’Università di Nizza), Edmond Couchot (Prof. Emerito all’Università di Paris VIII – Direttore della formazione in Arti e tecnologie dell’immagine), Paolo D’Angelo (Prof. di Estetica all’Università di Roma 3), Robert C. Morgan (Critico d’arte su NYArt, Art Press…), Fabrizio Desideri (Prof. di Estetica all’Università di Firenze), Jorge Latorre Izquierdo (Professore di Cultura dell’immagine all’Università di Navarra), Carole Talon-Hugon (Prof. di Estetica e Teoria delle arti all’Università di Nizza – Direttrice della Societé Azuréenne de Philosophie), Isabelle Rieusset-Lemarié (Prof. di Scienze dell’Informazione e della Comunicazione all’Università di Paris X), Rudolf zur Lippe (Prof. di Filosofia all’Università di Francoforte), Serge Tisseron (Università di Paris VII – Psichiatra e psicoanalista), Maurizio Ferraris (Prof. di Filosofia Teoretica all’Università di Torino), Pierre-Damien Huyghe (Prof. di Estetica all’Università di Paris I – Sorbonne), Maryvonne Saison (Prof. di Estetica all’Università di Paris X Nanterre, Direttrice della Società Francese di Estetica).


Napoli, gennaio-giugno 2009
IL PENSIERO DI JOHN DEWEY TRA PSICOLOGIA, FILOSOFIA, PEDAGOGIA. PROSPETTIVE INTERDISCIPLINARI

In collaborazione con: Università di Napoli «Federico II» Dipartimento di Scienze Relazionali «Gustavo Iacono», Università di Napoli «Suor Orsola Benincasa» Facoltà di Scienze della Formazione, Center for Dewey Studies Southern Illinois University, John Dewey Society, European John Dewey Society, Commissione per gli Scambi Culturali tra l’Italia e gli Stati Uniti Programma Fullbright

PRIMA SEZIONE - LA PSICOLOGIA DI JOHN DEWEY
Gennaio 2009, Seminario tematico: La nuova psicologia tra funzionalismo e psicologia sociale
Febbraio 2009, Seminario tematico: La psicologia anticipatrice di John Dewey

SECONDA SESSIONE - LA FILOSOFIA DI JOHN DEWEY
Marzo 2009, Seminario tematico: Rifare la filosofia oggi
Aprile 2009, Seminario tematico: Filosofia, democrazia ed educazione

TERZA SESSIONE - LA PEDAGOGIA DI JOHN DEWEY
Maggio 2009, Seminario tematico: Educazione, società e politica
Giugno 2009, Seminario tematico: Esperienza come educazione


Napoli, 19 febbraio 2009
FONTI PER LA STORIA DI NAPOLI ARAGONESE. BILANCIO DI UNA RICERCA (1989-2009)

La giornata fa il punto sulla collana – diretta da Mario Del Treppo per l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici – delle “Fonti per la storia di Napoli aragonese”, e sull’attività di ricerca e formazione scientifica ad esso collegata.
Introduzione, di M. Del Treppo, direttore della collana.
Presentazione degli ultimi volumi pubblicati
Interventi dei membri del gruppo di lavoro di Napoli:
Francesco Senatore, Francesco Storti, coordinatori della prima serie: Dispacci sforzeschi da Napoli
Emanuele Catone, Il contributo dei Dispacci sforzeschi alla ricerca prosopografica
Marco De Filippo, I carteggi sforzeschi con Napoli nel 1467
Veronica Mele, La corte di Castel Capuano nei primi anni di Ippolita Maria Sforza, duchessa di Calabria (1465-69)
Armando Miranda, Il riassetto dei poteri nel settentrione del Regno: Abruzzi e Molise dopo la guerra di successione
Maria Luisa Squitieri, La battaglia di Sarno (7 luglio 1460)
Interventi dei membri del gruppo di Udine: Bruno Figliuolo, coordinatore della seconda serie: Corrispondenza degli ambasciatori fiorentini a Napoli, Patrizia Mieli, Elisabetta Scarton. Conclusioni di Isabella Lazzarini.


Dipartimento di Filosofia dell’Università di Parma
Parma, 19-21 febbraio 2009
ETÀ DEI LUMI E FILOSOFIA. L’ONTOLOGIA DI CHRISTIAN WOLFF

In collaborazione con: Dipartimento di Ricerche Filosofiche dell’Università di Roma «Tor Vergata», Scuola Normale Superiore, Pisa, Interdisciplinäres Zentrum für die Erforschung der Europäischen Aufklärung (IZEA) der Universität Halle, Centre d’Études en Rhétorique, Philosophie et Histoire des Idées, de l’Humanisme aux Lumières (CERPHI) de l’Ecole Normale Supérieure Lyon

Il pensiero di Christian Wolff è da qualche anno oggetto di ampio interesse filosofico: Germania, Francia e Italia sono i paesi nei quali tale renaissance si è mostrata in maniera più netta. La nuova attenzione rivolta alla filosofia di Wolff ha dato vita a incontri scientifici di livello mondiale, primo fra tutti il 1° Congresso internazionale su Christian Wolff und die Europäische Aufklärung svoltosi nel 2004 all’Università di Halle in occasione dei 250 anni dalla morte del filosofo.
Sempre all’Università di Halle si era già tenuto nell’aprile 2002 un Colloquio sulla psicologia wolffiana (Die Psychologie Christian Wolffs. Systematischer Ort, Konstitution und Wirkungsgeschichte) al quale avevano partecipato giovani studiosi provenienti dalla Germania e dalla Francia. Un secondo convegno, questa volta aperto anche a studiosi italiani, è seguito nel giugno del 2006 alla École Normale Supérieure di Lione sul terna Christian Wolff et la pensée encyclopédique européenne.
Gli atti del primo incontro sono stati raccolti, a cura di Oliver-Pierre Rudolph e di Jean-François Goubet, in un volume uscito presso l’editore tedesco Niemeyer (Tübingen) col titolo Die Psychologie Christian Wolffs. Systematische und historische Untersuchungen; gli atti del secondo colloquio usciranno, a cura di Jean-François Goubet, Oliver-Pierre Rudolph e Faustino Fabbianelli, presso l’editore francese Vrin (Parigi) in un volume dal titolo Christian Wolff et la pensée encyclopédique européenne.
Con il Convegno parmense sull’ontologia di Wolff si intende proseguire una collaborazione tra ricercatori e sedi universitarie europee che ha portato ad importanti risultati scientifici. Scopo dell’incontro è quello di far luce su una parte fondamentale del sistema filosofico wolffiano – la cosiddetta philosophia prima – alla quale finora è stata rivolta poca attenzione.
L’indubbia importanza dell’ontologia di Wolff, se non altro dal punto di vista storico (basti pensare, al riguardo, alle ricadute speculative che essa ha avuto all’interno della filosofia classica tedesca), fa del convegno un urgente desideratum della ricerca.
Il Convegno è suddiviso in otto sezioni per un totale di sedici relazioni.
Tre le prospettive principali secondo cui verrà analizzata l’ontologia di Christian Wolff: 1) struttura e concetti fondamentali, 2) premesse speculative, 3) ricezione e influenza.

Comitato scientifico:
Beatrice Centi (Università di Parma), Faustino Fabbianelli (Università di Parma), Luigi Cataldi Madonna (Università dell’Aquila), Raffaele Ciafardone (Università di Chieti), Ferdinando Marcolungo (Università di Verona), Pierre-François Moreau (École Normale Supérieure, Lyon), Pietro Pimpinella (Università di Roma), Jürgen Stolzenberg (Universität Halle)
Organizzazione:
Faustino Fabbianelli (Università di Parma), Jean-François Goubet (IUFM du Nord-Pas de Calais), Oliver-Pierre Rudolph (Universität Halle)

PROGRAMMA:

Giovedì 19 febbraio 2009
Saluto del Direttore del Dipartimento di Filosofia dell’Università di Parma
Prima sezione - Presidente: Claudio Cesa (Pisa)
Oliver-Pierre Rudolph (Halle): Christian Wolffs Ontologie als Wissenschaft des Möglichen
Jean-Marc Rohrbasser (Paris): Possible, probable, certain dans l’ontologie wolfienne
Seconda sezione - Presidente: Ferdinando Marcolungo (Verona)
Pietro Kobau (Torino): Condizioni di esistenza nell’ontologia di Wolff
Jean-Paul Paccioni (Paris): Sur la «Würchlickeit»

Venerdì 20 febbraio 2009
Terza sezione - Presidente: Luigi Cataldi Madonna (L’Aquila)
Matteo Favaretti Camposampiero (Venezia): Gli enti fittizi nell’Ontologia di Christian Wolff
Robert Schnepf (Halle): Die Kausalitätstheorie in Wolffs Ontologie
Quarta sezione - Presidente: Raffaele Ciafardone (Chieti)
Holger Gutschmidt (Göttingen): Begriffe in Wolffs Metaphysik
Thierry Arnaud (Paris): Fondations ontologiques de la cosmologie rationnelle dans la Métaphysique allemande de Ch. Wolff
Quinta sezione - Presidente: Massimo Mugnai (Pisa)
Jean-François Goubet (Paris): Qu’y a-t-il d’ontologique dans la logique wolffienne?
Annabel Falkenhagen (Göttingen): Wesensbestimmung natürlicher und ‘künstlicher’ Arten: ein Problem der Wolffschen Philosophie im Grenzbereich zwischen Ontologie, Teleologie und Erkenntnistheorie
Sesta sezione - Presidente: Mirella Capozzi (Roma)
Federica De Felice (Chieti): Wolff interprete di Spinoza
Andreas Brandt (Göttingen): Wolffs Raum- und Zeittheorie zwischen Newton, Leibniz und Kant

Sabato 21 febbraio 2009
Settima sezione - Presidente: Pietro Pimpinella (Roma)
Paola Rumore (Torino): Momenti della ricezione dell’ontologia di Wolff
Sophie Grapotte (Paris): De l’ontologie wolffienne à l’ontologie kantienne
Ottava sezione - Presidente: Stefano Poggi (Firenze)
Tinca Prunea (Paris): L’ontologie wolfienne comme modèle implicite de la pensée métaphysique de Kant
Faustino Fabbianelli (Parma): Tracce d’ontologia wolffiana in Hegel


Napoli, 23 aprile 2009
TOMMASO FIORE: NUOVE LINEE DI RICERCA
In collaborazione con la Pontificia Facoltà di Teologia dell’Italia Meridionale

Sono trascorsi trentacinque anni dalla morte di Tommaso Fiore, l’insigne studioso di Virgilio e il traduttore – nell’Italia fascista – di Erasmo, Russell, Spinoza, Tommaso Moro, l’indomito meridionalista che collaborò con Salvemini, Gobetti e Rosselli, divenendo sicuro punto di riferimento della Puglia antifascista e dell’analisi critica dell’Italia repubblicana.
Dopo i due convegni del 5-7 dicembre 1978 «Tommaso Fiore e la tradizione intellettuale meridionale nel 5° anniversario della sua morte» e del 13-14 febbraio 1985 «Tommaso Fiore, umanista, scrittore, critico», gli studi e l’interesse su di lui sembrano essersi arenati. Pur non mancando negli ultimi anni ristampe delle sue opere a cura delle edizioni Palomar e una prima raccolta delle sue lettere più antiche e qualche monografia circoscritta a questioni particolari, manca a tutt’oggi uno studio sistematico delle sue molteplici attività e relazioni (decine di migliaia di lettere non sono ancora state studiate) e soprattutto Tommaso Fiore è del tutto assente nelle storie del XX secolo italiano tanto che a molti il suo nome risulta sconosciuto. La Giornata si propone di fare il punto sugli studi dedicati a Fiore e di tracciare quali potranno essere le future linee di ricerca sui suoi scritti, sul suo pensiero e sulla sua azione politica e sociale.


Napoli, 9 maggio 2009
ORIGINALITÀ E MODERNITÀ DEL PENSIERO ADLERIANO
Olismo, costruttivismo e orientamento al sociale della Psicologia individuale comparata

In collaborazione con: AFPA - Associazione Forum di Psicologia Adleriana (Pavia); CISA - Centro Italiano Studi Adleriani (Pistoia); ISPA - Istituto Superiore di Psicologia Adleriana (Reggio Calabria); Istituto «Alfred Adler» (Napoli)

Ore 10.00-10.45- Volontà di potenza e aspirazione alla superiorità, sentimento comunitario e interesse sociale. Il monismo dialettico all’origine della Psicologia Individuale
Ugo Sodini (Psicologo - Psicoterapeuta - Presidente CISA, Centro Italiano Studi Adleriani)
Ore 10.45-11.30 Dualismo o monismo? La complessità della teoria della tecnica nell’opera adleriana e le evidenze cliniche
Francesca Molina (Presidente AFPA, Associazione Forum di Psicologia Adleriana, Pavia)
Ore 12.00-12.45 - Adler e la psicologia narrativa: interdipendenze in chiave metacognitiva e costruttivistica
Cosimo Variale (Presidente Istituto Adler-Napoli)
Ore 15 00-15.30 Adler e la psicologia di comunità: esperienze consultoriali di ieri e di oggi X
Elisa Mottola - Simona Gordiani (Past president e Presidente ISPA, Istituto Superiore di Psicologia Adleriana-Reggio Calabria)
Ore 15.30-17.30 - Tavola rotonda (moderatrice Paola Parlato)
P. Speroni, A. M. Teglia, M. R. Stanziano, G. Licordari, F. Salierno - Il contributo di H. Ansbacher alla sistematizzazione del pensiero adleriano (Film – Lectio magistralis di H. Ansbacher).

 

home