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ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI

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Alain Segonds
Direttore editoriale a Les Belles Lettres, Parigi

Un catalizzatore di relazioni intellettuali al servizio dell’Europa

È con grande piacere che prendo la parola per associarmi alla celebrazione del trentennale dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, rappresentato oggi tra noi dal suo spiritus movens, l’avvocato Gerardo Marotta. Il mio breve intervento sarà svolto da un punto di vista particolare: è in qualità di editore parigino che io parlerò, come editore che collabora con l’Istituto da una diecina di anni.
La collaborazione tra l’ Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e Les Belles Lettres si è stretta da più di dieci anni intorno al progetto di un’edizione delle opere complete di Giordano Bruno, tanto italiane quanto latine; con il tempo, essa si è ampliata ed ora verte su altre realizzazioni, su altri progetti: una collezione bilingue dedicata alla letteratura italiana ( che manca purtroppo al nostro paese), diversi lavori su Bruno, sul Rinascimento italiano (come, per esempio, un’edizione delle opere complete di Leon Battista Alberti), altri lavori sulla filosofia e la religione dell’antichità, ecc. I temi sui quali collaborare non mancano, dato che tanto Les Belles Lettres quanto l’Istituto, per la loro vocazione culturale, condividono un’ampia possibilità di rapporti.
Perché, ci si domanderà, un editore francese, dovrebbe rivolgersi ad un’istituzione italiana? Quale profitto potrebbe trarne? La mia risposta è semplice: oltre all’aiuto materiale che abbiamo ricevuto e che ci ha permesso di portare a termine ciò che poteva sembrare temerario – dopo tutto, come ha ricordato ieri Marc Fumaroli alla presentazione delle Opere italiane di Bruno presso l’Istituto Italiano di Cultura, non era del tutto ovvio che si desse al pubblico francese non una semplice traduzione di Bruno, ma un’edizione critica fatta secondo regole poco praticate in Francia e in Europa -, oltre a quest’aiuto, dunque, noi abbiamo beneficiato di un sostegno di ordine intellettuale da parte dell’Istituto, sicuramente meno visibile, ma sicuramente più efficace, e anche più determinante. È grazie al prestigio e all’irradiamento dell’Istituto che abbiamo potuto trovare in pochi anni i prefatori, gli annotatori, i traduttori, dei quali la nostra edizione aveva bisogno. Tra gli amici dell’Istituto abbiamo trovato un eccezionale direttore dei lavori che ha saputo condurre l’operazione a buon fine. Da parte mia, confesso che in occasione di questa collaborazione ho ricevuto da Giovanni Aquilecchia, che ha diretto questa grande opera, un’eccellente lezione di tecnica editoriale, che mi sforzerò a mia volta di diffondere e di far conoscere. 
Così, dunque, si può costatare sulla base di un semplice esempio, che sembrava implicare soltanto contatti tutto sommato di tipo ordinario, che l’Istituto non è soltanto il mecenate che ciascuno di noi conosce ed ama celebrare, ma è anche – e soprattutto – un catalizzatore, un organismo che contribuisce ad intensificare e ad approfondire le relazioni europee. Nel caso summenzionato, un prestigioso professore italiano, esperto nelle tecniche filologiche, ci ha fatto direttamente giovare della sua esperienza e si è fatto nostro maestro, permettendoci di realizzare con lui la prima vera edizione critica di Giordano Bruno. Incontri di tal genere contribuiscono a orientare tutta una vita. Un’altra volta, sarà un maestro di papirologia filosofica che collaborerà con noi, oppure un grande specialista di storia dell’Orfismo: così funzionano gli scambi e gli incontri, allorquando sono praticati non con l’intento di accrescere la “visibilità” di questo o di quell’altro, come dice una vana burocrazia, ma di permettere a ricercatori, a studiosi, ad uomini di cultura di approfondire la loro vocazione. Sulla base della mia limitata esperienza, posso dunque affermare che l’Istituto è un indispensabile strumento di cultura al servizio dell’Europa che non ha equivalenti in nessun luogo. 
Negli anni che seguiranno, durante i quali il problema dell’edizione del libro dotto – o più semplicemente del libro di qualità – diventerà sempre più difficile, è sicuro che la pressione della redditività a breve, a brevissimo termine, si farà sentire con sempre maggiore forza ed estensione sulle case editrici, in tutt’Europa. Detto in altre parole, sempre di meno saranno gli editori che si lanceranno in operazioni rischiose o un po’ fuori del normale, perché si ritiene che il pericolo sia proprio là: in ciò che è fuori norma, cioè senza un posto determinato, assegnato dal conformismo circostante; mentre il vero, grande pericolo incombente è la pressione esercitata sulle nostre lingue per costringerci ad esprimerci in un’unica lingua, a dispetto delle nostre differenze. 
Allora il sostegno, l’aiuto dell’Istituto sarà molto prezioso, per non dire indispensabile: con i nostri colleghi dell’Istituto, con l’aiuto del suo generoso fondatore, potremo ancora ideare progetti ambiziosi e a lungo termine, potremo intraprendere operazioni innovative, sicuri di poterci appoggiare ad una rete internazionale di amici e di contatti per realizzare questi programmi. In sintesi, mentre sono ben consapevole di quanto una casa editrice francese come Les Belles Lettres già deve all’Istituto, intravedo chiaramente, malgrado la difficile situazione, quanto saranno decisivi per noi, nei prossimi anni, il sostegno e il contributo dell’Istituto. 
Per tutto questo, un grazie di cuore a colui che è l’anima dell’Istituto, l’avvocato Gerardo Marotta, e a tutti quelli che il suo generoso appello ha saputo raccogliere intorno a lui.

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