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Arte e rivoluzione. Estetica, politica e società in Europa dalla Rivoluzione francese al secondo dopoguerra

30 novembre - 1 dicembre 2023

Il seminario si terrà in presenza e sulla piattaforma Zoom. Per iscrizioni alla piattaforma Zoom inviare richiesta di adesione all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


Laboratorio


Arte e rivoluzione. Estetica, politica e società in Europa dalla Rivoluzione francese al secondo dopoguerra

A cura di Iacopo Chiaravalli e Rolando Vitali


Giovedì 30, ore 11
Gabriele Schimmenti (Università Roma Tre)
Dissoluzione e gaia prassi: estetiche posthegeliane

Giovedì 30, ore 15.30
Francesco Campana (Università di Padova)
Arte e rivoluzione nel romanticismo tedesco

Manfred Posani Loewenstein (Archivio Storico della Pontificia Università Gregoriana)
Distruggere l’arte o conservare l’arte. Nietzsche, Wagner e Burckhardt sulla Comune di Parigi

Rolando Vitali (Università degli Studi di Bologna)
L’opera d’arte totale da Wagner alle avanguardie sovietiche

Venerdì 1, ore 10

Anna Migliorini (IISF)
Walter Benjamin: una questione di tecnica e di limite

Iacopo Chiaravalli (Istituto Italiano di Studi Germanici)
Senza una linea di condotta. Che cos’è politico nel teatro di Bertolt Brecht

Venerdì 1, ore 16

Danilo Manca (Università di Pisa)
Il corso del mondo e le resistenze dell’arte. Sartre e lo scrittore come intellettuale

Chiara de Cosmo (Collegio San Carlo di Modena)
Smontaggi della parvenza: la funzione trasformativa dell’arte secondo Adorno

Se prima del XX secolo il rapporto tra arte e società era problematico, ora è diventato un vero e proprio enigma. A prima vista, la questione potrebbe essere risolta dicendo che, dopo aver rappresentato una promessa di emancipazione, l’oggetto artistico si è quietamente adattato al ruolo di merce museale. Tuttavia vi sono momenti nei quali l’arte ha mostrato che la sperimentazione estetica e formale può andare di pari passo con la più ardita sperimentazione sociale. È il caso di quei passaggi storici dirompenti che usiamo chiamare “rivoluzioni”, nei quali l’arte ha svolto una funzione niente affatto secondaria: la Rivoluzione francese, i sommovimenti sociali del 1848 e della Comune di Parigi, fino alla  Rivoluzione russa e ai movimenti del secondo dopoguerra. 

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