Archivio delle attività

Tutte le iniziative, ove non altrimenti specificato, si svolgono nella sede dell'Istituto e sono aperte al pubblico.

Napoli, 3 luglio 1982

 


 

L’evoluzione scientifica nell’ultimo secolo appare segnata da una nuova elaborazione del concetto del tempo: sia nella meccanica quantistica, con lo studio delle  particelle elementari, della trasformazione e della stabilità, sia, in maniera ancora più evidente, nella teoria della relatività, la questione del tempo è venuta in primo piano. Inoltre, e ciò è ancora più sorprendente, abbiamo scoperto negli ultimi vent’anni, in quella che era ritenuta la parte più affidabile della fisica – vale a dire la meccanica classica e la chimica –, la presenza di fenomeni aleatori e quindi non prevedibili in maniera deterministica: è illusorio pensare che, date le condizioni iniziali di un fenomeno, sia possibile determinare ciò che succederà in futuro o quello che è successo in passato, escludendo la presenza di elementi caotici. Lo stesso è vero anche in chimica: si pensava che attraverso equazioni semplici fosse possibile prevedere ciò che sarebbe successo, invece si è scoperto che possiamo solo calcolare eventi statistici.
Con la comparsa dell’elemento aleatorio anche nella fisica classica diviene più labile il confine tra fenomeni semplici e fenomeni complessi. La storia scientifica del XX secolo può essere vista come un conflitto tra la legge stabile, se non eterna, e la descrizione provvisoria, dotata cioè di validità temporanea. I protoni  e gli elettroni ci offrono un’immagine stabile della natura, che però è andata in crisi con la scoperta di particelle instabili. Analogamente, la relatività ci ha mostrato che non esiste una descrizione fondamentale delle cose, ma si può parlare solo in termini di approssimazione. Per quanto riguarda la biologia, abbiamo scoperto che il DNA non è la risposta definitiva ai misteri della vita. Ogni volta, quindi, che nella scienza ci approssimiamo a una risposta definitiva, fondamentale, scopriamo che tale sicurezza  è illusoria, e ci vediamo obbligati a fare i conti con i limiti di queste scoperte. La consapevolezza di tali limiti è tuttavia proficua per l’attività scientifica, in quanto permette di elaborare nuove metodologie della scoperta. Il fatto che non possiamo più descrivere la natura da una prospettiva esterna, ma siamo tenuti a tener conto delle contingenze, avvicina il dominio scientifico a quello delle scienze umani e sociali. È quanto è avvenuto ad esempio nella meteorologia, in cui la scoperta di comportamenti caotici e aleatori ha permesso di sviluppare nuovi modelli matematici, superando  in tal modo la visione determinista, e quindi atemporale, della fisica classica.

  • Alfonso Maria Liquori, Ordine, simmetria e organizzazione: categorie diverse nello studio della struttura e dell'evoluzione dei sistemi naturali, 18 dicembre 1982
  • Tullio Regge, Teoria unificata della gravitazione, 3 marzo 1983
  • Bernard Cohen, The concept of revolution in science, 2-6 maggio 1983
  • Hiroomi Umezawa,  Il concetto di unificazione nella fisica, 19 maggio 1983
  • Pierre Costabel  La théorie mécanique et les expériences sur le mouvement de la terre du XVII au XIX siècle,  6-11 giugno 1983
  • Karl Popper, La scienza e i suoi nemici, 8 maggio 1984
  • Carlo Cellucci Logica teoretica e logica pratica, 31 maggio 1993
  • Emilio del Giudice, Le rivoluzioni scientifiche del Novecento, 27-31 ottobre 2003
  • Emilio del Giudice, Verso il tramonto dell’ontologismo in fisica, 14-17 novembre 2011 
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