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Kursbuch

“Non leggere odi, figlio mio, leggi orari: sono sicuramente precisi”

 

Quando Hans Magnus Enzensberger, nel giugno 1965,  fonda la rivista Kursbuch (letteralmente: orario ferroviario), di cui assume anche la direzione, è già un poeta e saggista famoso sul piano nazionale – la sua produzione è stata premiata dalla critica tedesca nel 1962, ha ricevuto il premio Georg Büchner nel 1965, è stato tra gli animatori del Gruppo 47 - e internazionale. L'editore è Suhrkamp Verlag di Francoforte. Nessuna presentazione o dichiarazione d'intenti nel primo

numero, ma è evidente da subito, in stretta coerenza con la personalità dello scrittore, oltre ad una chiara apertura di credito alla parte più innovativa della letteratura contemporanea - nel primo numero appaiono in prima edizione i Faux départs di Samuel Beckett, un testo ancora oggi inedito in Italia  – un'attenzione estrema a temi e avvenimenti politico culturali in senso più generale. Questo equilibrio sempre ricercato è evidente già dal primo numero, in cui, oltre al testo di Beckett, si possono leggere due dossier, uno, Ein Streit um Worte, su Sartre,  l'altro, Aufzeichnungen von einem Prozeß, sul processo per i crimini di Auschwitz che si conclude, dopo tre anni, proprio nel 1965.  Il peso e i legami internazionali di Enzensberger sono evidenti nell'apertura della sua rivista, per tutto il periodo, il primo decennio, in cui egli ha un ruolo egemone nella direzione, non solo alla generazione degli scrittori tedeschi o di lingua tedesca del dopoguerra, Heiner Müller, Heinrich Böll, Gunther Grass, Max Frisch, Uwe Johnson, Peter Weiss, ma anche ad esponenti della letteratura e del dibattito culturale in Europa come Gadda, Fortini, Sanguineti, Ferlinghetti, Barthes, Fanon, Foucault, Lévi Strauss, Marcuse, Chomsky, Hobsbawm. I dossier nei numeri che si susseguono con periodicità trimestrale fanno il punto sui temi “caldi” di attualità politico culturali negli anni '60 e '70 (America latina, Cuba, Vietnam, Cina, Africa, Imperialismo, Movimento studentesco).

Dal 1967 inizia una serie di numeri monografici, di cui un certo numero affronta il ruolo della scienza e delle applicazioni tecnologiche (nel numero 8 del 1967 i dossier Neue  Mathematik / Grundlagenforschung / Theorie der Automaten, il numero monografico del 1968  Kritik der Zukunft), mentre acquistano un peso crescente gli interventi di carattere strettamente politico, sui movimenti operai e studenteschi e sulle prospettive rivoluzionarie in Germania e nel mondo Vermutungen über die Revolution/Kontroversen über den Protest nel 1967,  Kritik des Anarchismus nel 1969,  Übergänge zum Sozialismus e Die Klassenkämpfe in Italien nel 1971 .

Scorrendo i titoli dei numeri monografici degli anni '70 e nei decenni successivi, è possibile anche verificare la sensibilità di Enzensberger e dei suoi collaboratori per argomenti che sono via via al centro del dibattito nel mondo intellettuale e nella società come la psichiatria, l'ecologia, l'urbanistica, il femminismo, l'AIDS, l'informatica, i mass media: su quest'ultimo tema in particolare lo scrittore è più volte intervenuto per denunciare il potere di manipolazione dei network  della comunicazione, soprattutto televisiva. I titoli sono significativi: Frau - Familie – Gesellschaft nel 1969, Das Elend mit der Psyche in due numeri del 1972 , Frauen nel 1977, Utopien in due numeri del 1978, Computerkultur nel 1984, Die Medien nel 1987, AIDS nel 1988, Städte Bauen nel 1993, Das Buch nel 1998, Die neuen Eliten nel 2000.

Enzensberger ha diretto la rivista, da solo fino al 1971, poi in collaborazione con Tilman Spengler, Karl Markus Michel, Harald Wieser fino al numero 100 del 1990. A partire dal numero 161 del 2005, dopo vari cambi di editore (dal numero32 Kursbuch / Rotbuch Verlag, dal numero 101 Rowohlt), la rivista, con un nuovo formato e un taglio diverso, più aggressivo e “popolare”, dal punto di vista grafico, è stata edita dall'amburghese Zeitverlag e diretta da Michael Naumann e Tilman Spengler fino al numero 168, dal solo Spengler per il numero 169.

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