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Simplicissimus

“Sferzare la pigra nazione con parole brucianti”

Il settimanale Simplicissimus[1], ispirato nel suo titolo dall’omonimo romanzo di Grimmelhausen, classico della letteratura tedesca del seicento, fu fondato nel 1896 a Monaco da Albert Langer, figlio di un industriale renano e dal disegnatore Thomas Heine, i cui disegni appaiono ogni settimana in copertina. Langer riesce ad attrarre collaboratori come Thomas Mann e Franz Wedekind, Arthur Schnitzler, Rainer Maria Rilke. La rivista nella sua prima fase si caratterizza per posizioni critiche nei confronti degli atteggiamenti illiberali del governo verso i sindacati. Guglielmo II la accusa di screditare la nazione tedesca sul piano internazionale e la sottopone a provvedimenti di confisca, Langer è condannato ad un esilio parigino dal 1898 al 1903, mentre Heine e Wedekind sono incarcerati per i loro attacchi alla monarchia, condivisi anche dagli altri disegnatori, come Gulbransson, Wilke, Trier, Thony, Thoma. Le battaglie del S. investirono le proposte di riforma elettorale, l’autoritarismo scolastico, il militarismo, i privilegi delle alte gerarchie, le assurdità dei regolamenti militari, la chiesa cattolica protestante (per questo Ludwig Thoma fu imprigionato per sei mesi). Proprio Thoma succede a Langen, morto nel 1909. Durante le lotte operaie del 1910 per le riforme, il giornale critica le violenze della polizia, ma anche quelle della sinistra, attirandosi le accuse di quest’ultima di dare un'immagine negativa della classe operaia. In totale ripudio delle preoccupazioni e convinzioni antimilitariste dei primi anni, che erano del resto evidenti nella scelta del titolo del periodico, in cui si richiamavano i tragici effetti delle devastazioni provocate dalla Guerra dei Trent’anni nella Germania del Seicento, i collaboratori del Simplicissimus in maggioranza – con il dissenso di Thoma – decisero di continuare ad uscire durante la guerra per sostenere lo sforzo bellico. Lo stesso Thoma però successivamente si arruola, fa autocritica nei confronti delle sue stesse posizioni precedenti e transita nel campo nazionalista, abbandonando il giornale nel 1920. Si succedono alla direzione Heine, Gulbransson, Thony. Le file dei collaboratori si arricchiscono di firme come quelle di Grosz, Kollwitz. La tiratura si attesta sulle 30.000 copie, dopo le 86.000 raggiunte nel 1914. Negli anni '20 la rivista difende la repubblica di Weimar contro le opposizioni di destra e di sinistra, guadagnandosi negli ambienti più reazionari la fama di essere sotto il controllo di ambienti legati alla comunità ebraica. All'avvento del nazismo Heine e Trier lasciano il paese, ma il giornale continua ad uscire fino al 1944.

 

[1] Un’edizione online del pubblicato del periodico è accessibile all’indirizzo http://www.simplicissimus.info/index.php?id=5

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