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Giorgio Agamben, Massimo Cacciari - Vaccinazione: la responsabilità della scelta

9 agosto 2021

Giorgio Agamben, Massimo Cacciari

Vaccinazione: la responsabilità della scelta

 

Occorre riflettere sulla vergognosa situazione che si è venuta a creare con i decreti-legge che concernono la vaccinazione e il greenpass. Nessuna legge ha stabilito l’obbligatorietà del vaccino, tuttavia i cittadini sono spinti a vaccinarsi in ogni possibile modo, anche grazie all’ultimo decreto 105/2021, con l’esclusione dalla vita sociale. Lo Stato fa firmare al cittadino che corre a vaccinarsi  un documento di consenso informato in cui dichiara  al medico che lo vaccina  che ha avuto tutte le informazioni utili sulle possibili conseguenze patologiche del vaccino e ugualmente presta il suo libero consenso alla vaccinazione («Acconsento ed autorizzo la somministrazione del vaccino»). 

Ciò significa che lo Stato, che ha spinto il cittadino a vaccinarsi, non si assume alcuna responsabilità nella vaccinazione, poiché questa è posta in essere dalla libera scelta del cittadino, che  prima di vaccinarsi deve attestare formalmente  che tutto avviene per sua volontà e a seguito di informativa sui rischi esistenti. Questa ipocrita sottrazione alle responsabilità per le conseguenze, eventualmente anche gravissime, della vaccinazione è confermata  anche dall’art. 3 del decreto legge, ora convertito in legge,  n. 44/2021, detto di scudo penale, il quale statuisce che: «Per i fatti di cui agli articoli 589 e 590  del codice penale verificatisi a causa della somministrazione di un vaccino per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2, ……la punibilità è esclusa quando l’uso del vaccino è conforme...». 

Come ha molto opportunamente osservato Giuliano Scarselli, ordinario di diritto processuale all’università di Siena,  secondo ogni evidenza «lo Stato non si sente di rendere obbligatorio per tutti un vaccino che non ha terminato la sua sperimentazione e che può causare, come egli stesso ammette con l’art. 3 del dl. 44/2021, che espressamente richiama gli art. 589 e 590 c.p., la lesione o la morte del vaccinato; però, al tempo stesso, vuole che tutti si vaccinino. Se lo rendesse obbligatorio nel rispetto dell’art. 32 Cost. si assumerebbe la responsabilità di questa sua scelta e non potrebbe più contare sul consenso informato del vaccinato; lasciando al contrario la vaccinazione libera, lo Stato evita di assumersi ogni responsabilità, e ottiene il medesimo risultato con l’estensione del green pass, che di fatto induce tutti i cittadini a vaccinarsi per non essere esclusi dalla vita sociale».

È possibile immaginare una situazione giuridicamente e moralmente più abnorme? Come può lo Stato accusare di irresponsabilità chi scelga di non vaccinarsi, quando è lo stesso Stato che, per primo, declina formalmente ogni responsabilità? 

 

 

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