Archivio delle attività

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Aldo Masullo - "L’idea di «tempo» alla prova del pensiero nichilista" (1/4)

Prima lezione
Napoli, 10 marzo 2008
Il fiume, la tartaruga, il labirinto

 

Prendendo le mosse dal celebre frammento eracliteo B91 DK, Masullo si interroga sul rapporto tra identità e fluire del tempo. Se pensata come ousia, come essere, l’essenza del tempo sembra infatti coincidere con il suo scorrere, dunque con quell’elemento che, per definizione, mette in crisi il concetto stesso di identità: il tempo non è mai ciò che è, o, in altri termini, esso è identità che nell’affermarsi si nega. Il tempo può anche essere pensato all’interno dell’indagine sulla sua qualità, sull’hèxis: la qualità del tempo è il suo continuo cambiare, e in questo è possibile individuare la sua identità. Masullo nota inoltre che, a differenza di Parmenide, Eraclito restituisce la propria analisi ontologica in termini temporali, stringendo dunque a doppio filo essere e tempo. La continuità delle figure eraclitee, quali il sole e il fiume, sta proprio nel mutamento, nel loro continuo cambiare. L’intreccio tra essere e tempo porta Masullo a chiedersi se l’essere del tempo sia un essere o un non essere, un niente nel senso del nihilum lucreziano, e se vi sia una via di fuga al fantasma del nichilismo che vede in ogni nascere un necessario e contemporaneo perire. La questione apre il bivio tra la tradizione filosofica antica occidentale e orientale: affermare che tutto ciò che è naturale è mortale apre la via della salvezza, ossia la possibilità del mondo imperituro delle idee. Eraclito non si rivolge però alla fuga verso l’idealità, ma pensa la storia come il luogo in cui del continuo nascere e perire degli esseri si tiene traccia. La complessità della proposta eraclitea sta nel suo essere una proposizione espressiva e non significante: Eraclito dà voce a un sentire, a un senso senza significato, a un sentimento non empirico né generale, ma universale. Questo è, per Masullo, il punto di contatto tra la cultura occidentale e quella orientale, e insieme l’impensato di entrambe: la dimensione di quel sentire che è alla base dell’universalità.

Masullo, A. (2015). Eraclito e il nichilismo eroico. Bollettino Filosofico, 30, 116-137

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